Terremoto, Rossi: «Auspico che il Cdm approvi lo stato di emergenza»
FIRENZE – Danni, interventi, aiuti, mezzi, uomini. Costi, quelli del terremoto che in questi giorni ha colpito Lunigiana e Garfagnana, che devono essere coperti anche dallo Stato. «Mi auguro che nel Consiglio dei Ministri di domani (mercoledì 26 giugno) venga approvata la dichiarazione dello Stato di emergenza, che abbiamo richiesto, e che venga effettuato un primo stanziamento di 5 milioni di euro per far fronte all’emergenza e per iniziare a riparare i danni alle strutture pubbliche» così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Il governatore ha spiegato di aver parlato con il Prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile nazionale, e con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Per quanto riguarda i danni subiti dai privati, ha detto ancora, «mi sembra interessante la proposta, che ho sentito da alcuni parlamentari, ossia di estendere i benefici fiscali in termini di credito di imposta, attualmente in vigore per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico, anche per il rischio sismico».
La messa in sicurezza contro il rischio sismico o quello idraulico deve essere una priorità. «Sarebbe opportuno rinunciare a qualche F35 e, con i soldi risparmiati, mettere delle scuole in sicurezza -ha proposto il Governatore – E’ necessaria una scala di priorità e l’impegno profuso negli anni dalla Regione Toscana per la riduzione del rischio sismico ha prodotto i suoi effetti e ha evidentemente contribuito a limitare i danni in questa occasione».
Rossi ha riferito in Consiglio regionale. Il sistema della protezione civile ha offerto «un quadro di risposta complessivamente alto, quanto a capacità di intervento, rapidità, prosecuzione dell’azione di soccorso. La capacità di risposta alla domanda di ospitalità è attualmente sovradimensionata. È arrivato il momento, però, di far uscire queste spese dal patto di stabilità, il Governo lo dovrà capire».
Il Presidente ha preso l’impegno di ripresentare in Consiglio il Piano della prevenzione per gli edifici pubblici, e rilanciarlo, aumentando anche le risorse impegnate dalla Regione. «Però –attacca Rossi– il Governo deve capire. A causa del patto di stabilità e del blocco degli investimenti, i piani di intervento risultano affievoliti e finiscono per azzerarsi. Se per la messa in sicurezza degli edifici pubblici servono 400milioni, siamo nell’ordine del possibile, a patto di programmare seriamente gli interventi in un arco di tempo compatibile, certo non in un solo anno, con le risorse disponibili dello Stato, della Regione, dei Comuni, tenendo il passo giusto ci si può fare. Il Governo prenda le responsabilità forti, ne va della credibilità dello Stato».