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Imu, Ici, Idem

Josefa Idem
Josefa Idem

Josefa Idem, dopo tante medaglie,è rimasta poco tempo sull’ultimo podio, quello del governo. E dire che gli ultimi due esecutivi, quello dei professori e quello delle larghe intese erano nati come governi del fare e della difesa dell’economia e della legalità. Ma finora tali finalità sono state completamente disattese. Il governo Letta ha iniziato bene, con propositi e annunci di provvedimenti volti a risanare l’economia, rilanciare la produzione, promuovere l’occupazione, diminuire i costi della politica. Oggi opposizioni e sindacati chiedono che l’esecutivo passi dagli annunci ai provvedimenti concreti. Anche la condanna di Berlusconi da parte del Tribunale di Milano, sulla quale evito di esprimere un parere perché, a detta di molti, le sentenze vanno rispettate (soprattutto quando colpiscono gli avversari), rischia di creare non pochi problemi all’esecutivo. Il presidente Napolitano, fiutato il pericolo, ha subito affermato che in una situazione così grave è opportuno che l’esecutivo abbia una continuità.

Il governo però ha accusato qualche battuta a vuoto anche sul piano del rispetto della legalità. La medagliata ministra Josefa Idem è stata smascherata come una qualsiasi furbetta del quartierino per irregolarità nel pagamento dell’Imu. L’interessata si era difesa affermando che altri hanno agito in vece sua: anche Scajola in una tragicomica conferenza stampa affermò che la casa vicina al Colosseo, di sua proprietà, era stata pagata da altri “a sua insaputa”, ma poi si è dimesso, o è stato costretto a dimettersi. La ministra Idem, che dall’oro (medaglia) era passata al bronzo (faccia), ha dichiarato inizialmente di non aver alcuna intenzione di lasciare la sua poltrona.

Ma le iniziative di alcuni partiti e movimenti che si proponevano di chiedere la sfiducia individuale, le dichiarazioni, anche esagerate, di alcuni uomini politici, l’assalto dei media, le hanno fatto cambiare presto parere, nonostante la solidarietà offerta da sinistra e non solo. Sono state significative anche le dichiarazioni di altri atleti medagliati (Jury Chechi, Fiona May, Valentina Vezzali) che, pur riconoscendo che il peccato della Idem non era fra i più gravi, hanno sottolineato che uno sportivo deve, più di altri, costituire un esempio di correttezza e moralità, e hanno suggerito l’opportunità di fare un passo indietro. Quando il premier Letta ha incontrato la Idem per avere i definitivi chiarimenti sull’episodio, era chiaro che alla campionessa non restava che un’onorevole via d’uscita per salvare sé stessa e il governo dall’ulteriore linciaggio politico e mediatico: le dimissioni. E così è stato. Speriamo che questo gesto contribuisca a calmare gli animi, ma temo che altre vicende addensino fosche nubi sull’orizzonte dell’esecutivo. Navighiamo a vista e speriamo di avere un timoniere e un capitano che ci consentano di procedere in mezzo alle acque tempestose con animo sereno e razionalità.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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