L’ultimo libro di Bonciani: Firenze vista con gli occhi di un fioraio

Il fioraio suona sempre due volte di Mauro Bonciani
Il fioraio suona sempre due volte di Mauro Bonciani
Il fioraio suona sempre due volte di Mauro Bonciani

FIRENZE – Uno sguardo diverso, affettuoso e inedito, su Firenze ed i fiorentini. Un “viaggio” sorprendente nei mutamenti dei luoghi, delle abitudini, del commercio e dello shopping, nelle colline di Bellosguardo e Settignano come nella periferie dell’Isolotto e Novoli, durato molti anni. Mauro Bonciani, giornalista del Corriere Fiorentino, con il suo quarto libro, il primo autobiografico, “Il fioraio suona sempre due volte” (Romano Editore, 13 Euro) racconta le piccole e grandi disavventure di quando portava i fiori a domicilio.

Bonciani per pagarsi gli studi (e non solo) per anni ha consegnato fiori a Firenze, prima da adolescente poi da universitario. Da questa esperienza è nato un libro, il suo primo autobiografico, una storia di vita, piacevole, che tra una consegna e l’altra, raccoglie il cambiamento di una città e le abitudini dei suoi abitanti. Non mancherà un mistero che nessuno ancora ha risolto.

Ex giocatore di rugby, laureato in Biologia, Bonciani è appassionato di bicicletta e di storia della sua città. Ha scritto per Le Lettere “Le grandi battaglie toscane” sugli scontri che hanno segnato la storia, il costume e il campanilismo di Firenze e della Toscana, “Fratelli di Toscana” sul ruolo della regione nell’Unità d’Italia e “Amerigo Vespucci. Il Fiorentino che inventò l’America”.

Un libro agile, divertente, ricco di aneddoti, nel quale Bonciani parla di persone comuni e nobili, di “rincorse” per raggiungere i carri funebri, del lavoro precario che gli ha permesso di pagarsi gli studi e le girate in moto fin da adolescente. Con garbo “Il fioraio” ci fa affacciare nelle case, ci porta in su e giù per Firenze e dintorni, rivela risvolti inconsueti di quello che è comunque un mestiere con i suoi segreti, ci guida ad incontri con donne e ragazze (più o meno vestite), svelando con ironia e autoironia il Dna dei fiorentini. C’è anche un mistero nel libro, mai svelato, che ci porta nel lato oscuro di Firenze, ci sono frammenti di destini che si incrociano grazie ai fiori, storie più o meno a lieto fine. Un “viaggio”, insomma, che diverte e fa riflettere.

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