«Lumen Fidei», la prima enciclica di Papa Francesco

Lumen Fidei

«Lumen Fidei» è la prima enciclica di Papa Francesco, suddivisa in quattro capitoli e un’introduzione, termina con una piccola conclusione mariana. È la lettera che il sommo pontefice scrive per i vescovi, i presbiteri, i diaconi, le persone consacrate e tutti i fedeli laici sulla fede.

È stata consegnata il 29 giugno scorso, nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, proprio nell’ «Anno della Fede» istituito da Benedetto XVI ed iniziato l’11 ottobre del 2012. Un’ enciclica che va ad incastrarsi e a completarsi con quelle di Benedetto XVI sulla speranza e sulla carità, a conclusione del lavoro iniziato dal Papa emerito e terminato da Papa Francesco.

«Lumen Fidei» ci conduce in un viaggio alla scoperta della fede e della luce che essa possiede. Nell’introduzione il Santo Padre dice chiaramente che occorre recuperare il carattere di luce della fede e ne spiega i motivi, nella convinzione che fede, speranza e carità costituiscano nel loro intreccio il dinamismo dell’esistenza cristiana dell’uomo, orientata verso la comunione piena con Dio.

Nel primo capitolo, Francesco ci apre al cammino della fede che accompagna i passi dell’uomo nella storia, partendo proprio dall’antico testamento e dalla vita di Abramo, in un rapporto con Dio fatto di domande e risposte, dove la parola divina incontra l’esistenza dell’uomo, attraverso la chiamata e la promessa.

Si prosegue poi nel cammino della fede, che è quello legato alla storia di Israele, attraverso la vita di Mosè e l’incontro con Dio sul Sinai. Molto toccanti le parole in cui Papa Francesco dice. «La fede consiste nella disponibilità a lasciarsi trasformare sempre di nuovo dalla chiamata di Dio».

Il capitolo continua attraverso l’analisi della figura di Cristo, per poi passare al secondo capitolo dove la fede è vista attraverso il legame con la verità e l’amore, ma anche come ascolto e visione, nell’analisi più alta del dialogo tra fede e ragione.

Quest’ultimo è sempre stato uno dei dibattiti più accesi e Papa Francesco riprende le parole del beato Giovanni Paolo II, nella sua lettera enciclica «Fides et ratio» e di come esse pur differenti e agli antipodi riescano ad aiutarsi a vicenda.

La fede viene anche vista come ricerca di Dio, che troviamo in molti passi della Bibbia. Il Santo Padre tra gli altri ricorda il cammino dei Magi fino a Betlemme, per poi terminare con il rapporto tra fede e teologia e di come queste due siano legate tra di loro.

Il lettore viene quindi introdotto (siamo nel terzo capitolo) nell’analisi della Chiesa come madre della fede, nella trasmissione dei sacramenti e della tradizione della fede, attraverso ad esempio la preghiera e il decalogo.

L’ultimo capitolo analizza infine la fede nel suo rapporto con il bene comune, con la famiglia, come via da utilizzare nei rapporti in società e come forza consolante nella sofferenza.

La conclusione è intitolata «Beata colei che ha creduto», ovvero a Maria, come colei dalla quale la storia della cristianità è partita, colei che ha accettato il messaggio divino e lo ha reso carne: la madre della Chiesa e della fede.

Il Santo Padre quasi in ogni capitolo riprende le parole di Sant’Agostino, uno dei dottori della Chiesa per farsi aiutare in questo dialogo. «La fede – dice il Papa – è luce che viene dal futuro, che schiude davanti a noi orizzonti grandi, e ci porta al di là del nostro ‘io’ isolato verso l’ampiezza della comunione».

 

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