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Renzi sfida ancora il Pd

Matteo Renzi alla Festa democratica di Bosco Albergati
Matteo Renzi alla Festa democratica di Bosco Albergati

FIRENZE – Oggi Matteo Renzi parteciperà alla direzione nazionale del Pd, e sarà il momento per verificare se e come le sue istanze avranno seguito. Intanto in serata un’altra platea democratica lo aspetta alla Festa di Parco Secchia, vicino Reggio Emilia. E non mancherà di ribadire le sue idee.

Ma facciamo un passo indietro. Dalla Festa democratica di Bosco Albergati (Castelfranco Emilia) Renzi ha spinto per il Congresso, attaccato Epifani e Letta. Il sindaco di Firenze ha lanciato un nuovo affondo: «Abbiamo sbagliato troppi rigori».

«Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai: io vorrei sapere se 23 anni dopo le difficoltà possiamo provare a dire che questo è il nostro tempo –ha detto il sindaco di Firenze- Dobbiamo voltare pagina dopo venti anni, è finita la prima Repubblica e non è mai iniziata la seconda. In questi 20 anni abbiamo perso l’occasione, potevamo fare di più per rendere l’Italia molto bella».

Un’occasione mancata su cui Renzi rilancia delineando un vero e proprio programma di rinnovamento e di cambiamento che però, dice, non può non partire che dal Pd: «Io vorrei che il Pd di fronte alla crisi che stiamo vivendo ritrovasse il gusto di rinnovare, di sperimentare, ritrovasse l’entusiasmo e non si limitasse a dire purtroppo a rimpiangere i tempi del passato e che corresse a raggiungere il futuro».

E continua: «Il Pd che dovremmo costruire è un Pd che non vive di nemici e che non stia insieme perché di là c’è una minaccia. Sono venti anni che stiamo facendo tutto aspettando Berlusconi almeno il Congresso del Pd possiamo farlo senza di lui? Deve essere inventato un partito diverso dove appartenenza non si basa solo su iscrizione, La vecchia tessera non basta più. I sociologi parlano di società liquida, il nuovo partito non può basarsi soltanto su tessera o iscrizione e nemmeno solo una pagina Facebook. Ci deve essere un meccanismo in cui i nuovi strumenti tecnologici aiutino a non perdere il gusto della stretta di mano, dell’abbraccio».

E alle accuse di boicottare il governo ha replicato: «Sono italiano e spero che il governo faccia le cose per il bene dell’Italia, faccio il tifo per il governo ma perché questo accada non deve usare il verbo durare, è un riflesso neo doroteo, il governo deve fare». Poi chiama in causa lo stesso premier Letta e dice che non deve cercare alibi fuori dal governo se non si può andare avanti. «Caro Letta vai avanti e fai le riforme per le quali sei stato votato. Ma se non sei in grado, non cercare alibi in chi sta fuori del parlamento. Noi siamo dalla tua parte». Mentre al segretario del Pd Guglielmo Epifani ha mandato a dire: «Non passiamo il tempo a pensare come cambiare le primarie, Dobbiamo parlare dei problemi dell’Italia che ha bisogno di una scossa. Parliamo di questo, o delle primarie socchiuse? Credo che non ci sia motivo per cambiarle, ma se vogliono le cambino. O ci mettiamo insieme per cambiare l’Italia o la foglia di fico non serve a niente. E io non la voglio fare». Sulla data del congresso ha aggiunto: «Fissiamo questa benedetta data e io non mi accapiglierò sulle regole».

Poi sulla sentenza Mediaset: «Le sentenze si rispettano e la legge è uguale per tutti. Il Pd deve salvare l’Italia. E ora più che mai vanno presi i voti dei delusi del Pdl. A forza di avere la puzza sotto il naso continueremo a perdere le elezioni. Oggi che è arrivata una sentenza e non una sconfitta elettorale abbiamo bisogno di un Pd che stia insieme non perché c’è una minaccia».

Nel richiamare gli errori Renzi fa riferimento anche al rinvio della discussione sulla legge del finanziamento pubblico ai partiti «un clamoroso autogol».

Mentre a proposito del Movimento Cinque Stelle Renzi fuga ogni timore: «Grillo è il principale sponsor delle grandi intese. Lui le vuole, ha paura di far cambiare le cose. Chi ha più paura delle elezioni sono i deputati del Movimento Cinque Stelle. Quello che ha preso meno voti alle nostre primarie, il compagno Bruno Tabacci ha preso più voti di tutti i candidati eletti alle parlamentarie del Movimento. Il Pd non deve avere paura, deve giocare all’attacco. Non deve vivere di fantasmi».

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