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Crisi, è crollato il popolo delle partite Iva

La crisi fa chiudere i battenti ad artigiani, commercianti, agricoltori
La crisi fa chiudere i battenti ad artigiani, commercianti, agricoltori

FIRENZE – Dal 2008 al giugno 2013 hanno infatti cessato l’attività 400 mila autonomi. In controtendenza solo i liberi professionisti. A scattare questa fotografia sul mondo del lavoro autonomo e delle micro imprese è la Cgia, secondo la quale in questi cinque anni e mezzo di crisi economica la contrazione è stata del 6,7%. Ogni cento lavoratori autonomi, ben 7,2 hanno chiuso i battenti. Al 30 giugno di quest’anno il cosiddetto popolo delle partite Iva ammonta a 5.559.000 lavoratori.

«Quando un autonomo chiude l’attività non dispone di nessuna misura di sostegno al reddito –spiega Bortolussi della Cgia- Ad esclusione dei collaboratori a progetto che possono contare su un indennizzo una tantum, le partite Iva non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione, di nessuna forma di cassaintegrazione o di mobilità lunga o corta. Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare».

Una situazione di difficoltà, che, purtroppo, ha spinto in questi ultimi anni molti piccoli imprenditori a compiere dei gesti estremi dettati dalla disperazione.

Analizzando tutti i profili professionali che costituiscono il cosiddetto popolo delle partite Iva, si nota che la contrazione più significativa è avvenuta tra i lavoratori in proprio: vale a dire tra gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori. In questi ultimi cinque anni e mezzo sono diminuiti di 357.000 unità, pari ad una contrazione del 9,9%. Male anche l’andamento dei coadiuvanti familiari, ovvero i collaboratori familiari: la riduzione è stata di 78.000 unità (-19,4%). Anche i collaboratori occasionali o a progetto hanno subito un deciso ridimensionamento: la riduzione occupazionale è stata di 56.000 unità (-12%). Anche gli imprenditori, vale a dire i soggetti a capo di attività strutturate con dipendenti, sono diminuiti di 37.000 unità (-12,9%). Le uniche categorie che hanno registrato risultati positivi sono stati i soci delle cooperative (+2.000 unità, pari al +6,2%) e, soprattutto, i liberi professionisti. Il numero degli iscritti agli ordini e ai collegi professionali sono aumentati di ben 125.000 unita’ (+10,7%).

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