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L’Italia, l’Europa e i migranti

EU's Barroso calls for budget truce amid insolvency threat
La bandiera U.E.

Il settimanale Stern ha dedicato un articolo all’attività svolta dai soldati tedeschi al confine tra Turchia e Grecia, che il contingente tedesco presidia per conto di Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea.

Oggi la regione greca di Evros, insieme all’isola di Lampedusa e alle città spagnole di Melilla e Ceuta, rappresenta uno dei teatri più rilevanti in cui si svolge la lotta contro l’immigrazione illegale in Europa. La linea di confine, nel territorio di quella città, corre per circa 200 km tra Grecia e Turchia e sino al 2012 una media di 300 persone al giorno hanno tentato di attraversare il confine. Molti sono morti e, nel giro di pochi mesi, i cimiteri non avevano più posto per tutti i migranti che erano annegati nel fiume tentando d’introdursi in territorio europeo.

Fu a questo punto che intervenne Frontex: la Grecia chiese all’agenzia l’invio di una squadra europea. Da quel momento gli uomini coinvolti nel progetto di messa in sicurezza di questa striscia di terra sono stati oltre 1.800. Le jeep della polizia stazionano a distanza ravvicinata lungo il confine e sorvegliano la zona con telecamere termiche e visori notturni a infrarossi. Funzionari tedeschi hanno il compito di coordinare il lavoro degli agenti greci della polizia di confine. Nel frattempo si sono aggiunte anche squadre provenienti dalla Polonia, dalla Finlandia e dalla Bulgaria. Il risultato è che adesso sono pochissimi gli immigrati clandestini che vengono davvero fermati; infatti, piuttosto che via terra, oggi i traghettatori turchi scelgono di mandare i migranti in Europa via mare: per esempio verso le isole Samos e Lesbos, un tragitto molto più pericoloso. E probabilmente oggi muoiono molte più persone di quante ne siano perite lungo l’Evros.

Ma l’Europa è decisa a voltar pagina per la gestione dei migranti. Il nostro premier Enrico Letta ha ottenuto una serie di impegni europei sull’immigrazione. I Grandi d’Europa hanno promesso una nuova politica comune per gestire i flussi migratori e hanno sottoposto il loro impegno a scadenze ben definite. Una Task Force, entro dicembre, porterà ai leader dei Ventotto un piano per rinforzare Frontex, in modo da aiutare più efficacemente le autorità italiane nel pattugliamento, nel salvataggio, nella prima assistenza e nell’identificazione dei migranti. A partire dal mese di dicembre 2013 in tutto il bacino del Mediterraneo verrà messa in campo una squadra di sorveglianza composta da droni, satelliti e boe munite di sensori. L’operazione si chiamerà Eurosur e costerà 224 milioni di euro. In questo modo dovrebbe essere possibile localizzare tempestivamente, con l’aiuto della tecnologia più moderna, i flussi migratori problematici prima che questi si avvicinino al confine europeo.

Non solo: l’Unione europea si è impegnata a negoziare una serie di accordi con i Paesi d’origine e di transito dei migranti per arginare l’esodo verso le nostre coste. Infine si è impegnata a riscrivere tutta la politica dell’immigrazione entro giugno. Insomma quello dei migranti è finalmente diventato un tema europeo, come chiedeva da tempo il governo italiano. Ci sono volute centinaia di morti per far scattare la solidarietà europea, e forse ora le cose cambieranno. Speriamo che questa volta l’UE faccia sul serio e non si vada incontro all’ennesima disillusione.

migranti, Unione Europea


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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