Incendio nella fabbrica di Prato, inchiesta per omicidio colposo
PRATO – Delle sette vittime nella fabbrica di via Toscana al Macrolotto di Prato, soltanto una è stata identificata, si tratta del primo morto che è stato estratto dal capannone, il cui cadavere aveva in dosso ancora il pigiama. A spiegarlo il procuratore capo di Prato, Piero Tony.
«La maggior parte delle aziende sono organizzate così: è il far west» -ha detto il procuratore- I controlli sulla sicurezza e su ciò che è collegabile al lavoro, nonostante l’impegno dei tutte le amministrazioni e delle forze dell’ordine, sono insufficienti. Siamo sottodimensionati: noi come struttura burocratica siamo tarati su una città che non esiste più, una città di 30 anni fa».
Omicidio colposo plurimo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza e sfruttamento di mano d’opera clandestina: sono i reati per i quali la procura di Prato ha aperto un’inchiesta. L’unico corpo identificato e uno dei feriti sono irregolari.
«Le fiamme dovrebbero essere partite dalla parte destra, in fondo della struttura dove forse c’era un cucinino». Lo ha detto il sostituto procuratore della repubblica Lorenzo Gestri parlando delle risultanze finora dei primi accertamenti sulla dinamica dell’incendio. Il pm ha spiegato che c’erano stufe elettriche e impianti di condizionamento. Si escludono «cause esterne di terzi».