
Fiorentina, pari con l’Esbjerg (1-1) e triplice sfida alla Juve. Le pagelle

FIRENZE – Ecco, il destino si è compiuto. Nel momento della rabbia di Firenze per gli arbitraggi dannosi e le devastanti sentenze del giudice sportivo, si materializza il trittico da brivido con la Juve, che stavolta non è caduta in Turchia. La Fiorentina ha liquidato l’Esbjerg con il 3-1 dell’andata. Perchè si può dire che non scuote più di tanto questo pareggio, rimediato dai danesi proprio al 90’. Qualificazione ottenuta senza sussulti e con un q b: cioè quanto basta, come direbbe un cuoco. Invece provoca scariche di adrenalina il calendario di marzo. Che proporrà la grande sfida con i bianconeri per tre volte nel giro di undici giorni: domenica 9 e giovedì 13 a Torino, prima in campionato poi per l’andata degli ottavi di finale di Europa League. Giovedì 20 il ritorno a Firenze. In mezzo tante altre cose: per esempio il ricorso contro la stangata a Borja Valero. In ogni caso, animo ragazzi viola: avanti tutta. E senza cadere in provocazioni, come quelle di chi insiste sul deferimento di Borja: arrabbiato per le bugie scritte sul suo comportamento a Parma.
SONNOLENTA – La pratica danese è stata chiusa con una partita senza scosse e anche troppo sonnolenta. Paradossalmente hanno avuto effetto soporifero proprio i tre gol di Esbjerg davano tranquillità. Ai quali si è aggiunto, in avvio di ripresa, un gol di Ilicic su punizione. Bellissima. Pallone imprendibile, più o meno uguale a quello che sbloccò il risultato con l’Atalanta, qualche settimana fa. Fiorentina in scioltezza. Oltre il limite. Tanto da subìre il pareggio al 90’ per una figuraccia di Compper, che si è fatto fare addirittura da Vestergaard, che ha proseguito segnando. Pazienza. Anche se un gol così doveva essere evitato. E c’è un altro obiettivo sfuggito alla Fiorentina: mandare in gol Mario Gomez. Missione incompiuta forse per una decisione ingiusta: il suo gol non sembrava in fuorigioco. In ogni caso, lui corre, s’impegna e sgomita, ma sembra ancora indietro rispetto al ritmo da partita che conta. L’augurio è che migliori presto. Giocherà contro la Lazio? Forse non dall’inizio. Possibile che Montella preferisce riproporre Matri. Eppoi il tandem Matri-Gomez nella ripresa. Occorre comunque una Fiorentina volitiva, capace di scrollarsi di dosso un momento per nulla brillante.
BORJA – Prima del calcio d’inizio il Franchi grida che c’è solo Borja Valero. Solo Borja Valero. E non manca chi distribuisce manifestini con l’effigie contrita del prode spagnolo. E, com’era prevedibile, partono cori contro Braschi e Gervasoni. Finisce nel tritacarne – e questo può dispiacere – anche la nazionale azzurra. Siamo contro l’Italia, insiste la Fiesole. Mentre Pizarro e Borja Valero prendono il comando delle operazioni. Mancheranno tutt’ e co ntro la Lazio, domenica sera. Per questo vogliono darci dentro da subito. In porta non c’è Neto, lasciato in panchina a tirare il fiato. Gioca Antonio Rosati, arrivato a gennaio dal Sassuolo. A metà campo torna Ambrosini, mancava dal 26 gennaio, partita con il Genoa: farà comodo con la Lazio, ma anche dopo, vista la lunga assenza (4 turn) di Borja Valero.
Il risultato, se si esclude una fiammata viola dopo pochi secondi, non è quello che ci si potrebbe aspettare: per un quarto d’ora si assiste uno sterile tricche tracche, fatto di gioco stagnante a centrocampo con attacchi e ripartenze. Francamente sembra un allenamento. Certo, il 3 a 1 ottenuto dalla Fiorentina all’andata in Danimarca non induce a strafare. Al 23’ il primo sussulto: Gomez lanciato, sfugge a Drobo-Ampem, ma nello slancio supera addirittura il pallone. Primo tiro pochi istanti dopo: Dubravka para la conclusione di Ilicic. Poi Compper manda fuori di testa su angolo. La prima vera azione? Di Matos al 36’. Scappa da tre quarti, difende la palla, fa tutto bene: tranne il tiro. Centrale e prevedibile. Quindi ci prova Pizarro dal limite: tiro potente fuori bersaglio. Ma non succede nulla e il primo tempo si chiude all’insegna dello sbadiglio.
ILICIC – La ripresa si apre con un sussulto. Il buon Probo-Ampem, sempre lui, propizia il gol viola. Come all’andata, quando fece prima un assist involontario quanto perfetto per Ilicic eppoi franò addosso a Matos provocando il rigore. Stavolta, scoordinato com’è, tocca il pallone con un braccio. Punizione dal limite, batte Ilicic. Parabola perfetta e gol. Appunto come con l’Atalanta. Poco dopo l’evento: il raddoppio di Mario Gomez. No, fuorigioco. Ma forse l’arbitro sbaglia. Peccato. La partita va avanti a ritmo del ballo della mattonella. I viola vorrebbero vincerla. Ma proprio in fondo, Compper si fa superare in tunnel. Terrificante! Vastergaard segna e va a prendere gli applausi dei duecentio arrivati da Esbjerg. Contenti loro. Qui, invece, bisogna ripartire. Pensando alla Lazio, ma anche al trittico con la Juve. Che marzo bollente ci aspetta!
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Marco
Caro Bennucci,ho un ricordo di Lei per un articolo scritto su “La Nazione”, (che è stato il suo giornale per oltre 40 anni) nel lontanissimo 1979. Montepulciano Bravìo delle Botti. Il ricordo di quella vittoria nel suo articolo molto bello che ancora conservo di quella bella ed indimenticabile giornata. Colgo l’occasione per inviarle i miei Migliori Saluti, Marco Cacioli