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I Carabinieri di Firenze hanno arrestato il marito-padrone egiziano

Famiglia di Lastra a Signa sterminata: s’indaga sulla pistola usata dal padre omicida-suicida

I carabinieri di Pistoia hanno arrestato padre e figlio per aver cercato di uccidere un connazionale albanese
I carabinieri vogliono scoprire se lo sterminio della famiglia e il suicidio erano premeditati

SAN FELE (POTENZA) – Al centro delle indagini dei carabinieri di Potenza c’è ora la pistola calibro 38. Ossia l’arma  usata da Vito Tronnolone, sabato mattina 9 maggio,  per uccidere la moglie, Maria Stella Puntillo, il figlio disabile, Luca, di 32 anni, la figlia Chiara di 27. La domanda alla quale vogliono cercare di dare una risposta gli investigatori è se l’uomo avesse in mente da diverso tempo di compiere la strage. La pistola era detenuta legalmente da Tronnolone, carrozziere in pensione con la passione del tiro a segno. Ma non doveva essere  a San Fele. Viceversa avrebbe dovuto essere custodita nella casa di Lastra a Signa, dove la famiglia viveva da oltre trent’anni. Prima di partire, il carozziere non aveva chiesto l’autorizzazione alla Questura di Firenze per il trasferimento dell’arma. Che quindi ha viaggiato non legalmente dalla Toscana alla Basilicata. Non basta: nella casa della strage è stato anche trovato  un fucile.

Tronnolone, con la moglie e il figlio Luca, erano arrivati a San Fele una ventina di giorni fa, mentre Chiara  era giunta in Basilicata solo due sere prima. Tutti insieme avrebbero dovuto trascorrere un periodo di vacanza nella villetta di campagna dove ieri sono stati scoperti i quattro cadaveri. I Carabinieri, coordinati dal pm Anna Gloria Piccininni, hanno ascoltato parenti e conoscenti della famiglia. Alcuni hanno confermato che da qualche giorno il pensionato,  che la sera prima si era recato al pronto soccorso dell’ospedale di Melfi (Potenza) per alcuni controlli,  era nervoso e ansioso e temeva per la sua salute. La preoccupazione per una grave malattia, con il conseguente timore di non poter piu’ occuparsi della famiglia e, in particolare, di quel figlio disabile, potrebbe essere o il movente della strage. Gli investigatori hanno anche ascoltato la sorella di Tronnolone, che vive a Lastra a Signa: l’ultima a parlare con il fratello carrozziere quando aveva già ucciso i suoi familiari e prima che sparasse il colpo fatale su se stesso.

 

 

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