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Riccardo Viti al momento dell'arresto il 9 maggio scorso

Firenze, crocifissa di Ugnano: Viti sempre in isolamento. La difesa chiede i domiciliari

Riccardo Viti al momento dell'arresto il 9 maggio scorso
Riccardo Viti al momento dell’arresto il 9 maggio scorso

FIRENZE – Si trova sempre in isolamento, in una cella della ‘sezione transito’ del penitenziario di Sollicciano, Riccardo Viti, che il 5 maggio scorso uccise una prostituta durante un gioco erotico in un campo alla periferia di Firenze. Viti è in isolamento da quattro mesi anche, protetto da potenziali aggressioni da parte di detenuti romeni, che minacciano di vendicare la loro connazionale uccisa, Andrea Cristina Zamfir, 26 anni. Uno di questi, quando Viti arrivò in carcere, gli lanciò un manico di scopa, simile a quello con cui Viti praticava giochi erotici estremi.
Anche per questo clima in carcere, il difensore di Viti, avvocato Francesco Stefani, ha presentato un ricorso al tribunale del riesame per chiederne la scarcerazione, proponendo in alternativa gli arresti domiciliari. Il riesame di Firenze ha fissato al prossimo 13 ottobre l’udienza. Il ricorso e’ contro l’ordinanza del gip Anna Liguori. “Non c’è più alcuna esigenza cautelare per continuare a tenere Viti in carcere – spiega l’avvocato Stefani – Il mio assistito ha confessato, è chiarito che non c’è possibilità di reiterazione del reato e, quanto al pericolo di fuga, ho proposto il braccialetto elettronico o il ritiro del passaporto. Ma il gip, che rimane alla conoscenza dei fatti avuta nell’udienza di convalida, non ha dato risposta, così come non ha risposto alla richiesta di un nuovo interrogatorio” dopo nuovi risultati investigativi che attribuiscono a Viti altri casi di aggressione a prostitute con le stesse modalità maniacali. La difesa di Viti, nel ricorso al riesame ha evidenziato una “carenza di motivazioni” nell’ordinanza del gip.

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