Toscana, aziende partecipate. Botta e risposta Rossi – Mugnai
FIRENZE – Il Governatore toscano, Enrico Rossi, bacchetta il Commissario alla spending review, Carlo Cottareli, in merito alla questione del taglio delle partecipate. “Dice Cottarelli: ‘subito via duemila municipalizzate e societa’ pubbliche’. La Regione Toscana con la gara unica per il trasporto pubblico su gomma elimina 14 aziende pubbliche che ogni anno cumulano 20 milioni di deficit. A partire dal 2015 il servizio sara’ in pareggio, verranno eliminati gli sprechi e per i cittadini sara’ adeguato ai migliori standard europei, cioe’ migliorera’ in modo apprezzabile”.
Lo scrive sulla propria bacheca Facebook il presidente della Giunta regionale toscana, Enrico Rossi in relazione al dossier del commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli sull’andamento delle società partecipate da parte degli enti locali. “Come sempre il mondo si divide tra chi parla e chi fa. E noi abbiamo iniziato a fare prima che Cottarelli parlasse”.
Dal Consiglio regionale risponde Stefano Mugnai, Consigliere di Forza Italia, il
quale non è assolutamente d’accordo con le dichiarazioni del Presidente.
«Seicentodiciannove partecipate comunali, 23 quelle della Regione che nel 2012 hanno contabilizzato una perdita di 1,3 milioni di euro e, nell’intero arcipelago delle partecipate pubbliche toscane, una pletora di 24.679 dipendenti che si traduce in una densità di 6,7 ogni mille abitanti: con questi dati, la Toscana si trova ai primi posti della classifica nazionale di quella che qualche periodico ha etichettato come “Sprecopoli Spa”. In questo senso sì, Rossi ha ragione: la Toscana è un passo avanti. C’è da vantarsi? Anche no». Arriva secca la replica del Consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai al governatore toscano Enrico Rossi.
«Nello specifico della gara unica per il trasporto pubblico regionale – afferma Mugnai – ricordo a Rossi che la vera sfida da vincere sarebbe stata quella di una gara unica ferro-gomma, mentre invece anche sulla sola gomma siamo ben più indietro di quanto si sarebbe dovuto. Per il resto, in Toscana quello delle partecipate è un sistema che la sinistra, storicamente al governo quasi ovunque nella regione, ha costruito a proprio uso e consumo per generare consensi tramite riciclo di politici decotti, assunzioni fatte senza concorsi, acquisizioni di beni e servizi effettuate senza gare, il tutto grazie al proliferare di società partecipate cui viene affidata la gestione di servizi pubblici anche qui senza ricorrere a gare».
«Qui più che altrove – prosegue Mugnai – la moltiplicazione delle partecipazioni pubbliche non è casuale, e il Pd è talmente restìo a rinunciare a un cavallo rivelatosi elettoralmente vincente che anche Renzi, dopo i primi annunci, adesso nicchia a disfarsi di un universo che si rivela funzionale ad aggirare l’evidenza pubblica nell’acquisto di beni e servizi, ma anche per affidare in house, ovvero senza gare, alle partecipate stesse la gestione dei servizi pubblici, secondo una pratica che noi da sempre contestiamo convinti che un’azienda, partecipata o meno, se vuole vivere debba saper stare sul mercato e dunque concorrere con le ‘colleghe’ private entro bandi di gara. E poi le assunzioni… Le istituzioni toscane, finita l’epoca degli assessori nelle commissioni di concorso, si sono buttate a capofitto in questo sistema. I risultati sono purtroppo sotto gli occhi di tutti, anche perché il personale politico spesso indicato per guidare le partecipate è privo di competenze manageriali adeguate».