Legge di stabilità, vertice Governo – Regioni: Renzi ascolta ma vuole 4 miliardi dai governatori
ROMA – Nel confronto con i Governatori delle Regioni, iniziato alle 8 in punto a Palazzo Chigi, Renzi ha subito chiarito che non c’era spazio per alcuna mediazione, i miliardi da tagliare sono comunque quattro. Si attendono dunque proposte alternative su cui si lavora in queste ore. Per il governo erano presenti, oltre a Renzi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta e il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Per le Regioni il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino e i governatori.
RENZI – «Sui costi standard, se voi ci siete, io ci sono», ha detto Renzi. «Noi interveniamo solo ex post se le cose non vanno. Se avete una risposta seria, rigorosa, noi ci siamo». «Per me la strada è la trasparenza totale di tutte le spese on-line, dal governo alle Regioni», ha insistito il premier.
DELRIO – E su queste basi si è intavolata una discussione, al termine della quale il Sottosegretario Delrio ha detto: «Il Governo ha garantito piena disponibilità, a saldi invariati, accogliendo proposte che possono venire dalle Regioni. C’è un accordo per rafforzare l’impianto delle riforme del Paese. Non vogliamo tagliare i servizi nè tagli alla sanità o ai servizi sociali. Dobbiamo trovare soluzioni per stare con orgoglio in Europa. Il governo è disponibile, nell’ascolto reciproco, a lavorare per migliorare l’impianto della legge di stabilità. Insieme non vogliamo tagliare i servizi essenziali, la sanità, i servizi sociali. Dobbiamo trovare le formule e le soluzioni per revisioni radicali della spesa, non estemporanee». «A questo proposito siamo disponibili ad accogliere tutte le proposte in termini di soluzioni diverse da quelle ipotizzate – ha detto ancora Delrio -. Il governo ha sostenuto con forza il principio dell’autonomia e della responsabilità, siamo convinti che vi sia l’autonomia e la responsabilità di comuni e regioni per poter definire le modalità con cui vengono raggiunti gli obiettivi».
GOVERNATORI – Parole concilianti anche da parte dei Governatori, sono caduti i toni ultimativi delle prime ore. Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha sintetizzato così il punto di vista delle Regioni: «L’incontro di oggi apre una fase nuova: quando ci si parla ma soprattutto si lavora insieme è sempre una buona premessa per trovare una soluzione. Siamo fiduciosi di riuscire a rendere sostenibile la manovra. La lettera e lo spirito del ‘lodo Chiamparino’ è quello di rendere sostenibile la manovra evitando ricadute sia di tagli che aumenti della fiscalità. Rispettare i saldi non vuol dire che questi siano fatti solo di tagli».
PROSPETTIVE – Tra gli assi portanti del lavoro delle prossime settimane, il recupero, da parte dello Stato, di fondi inutilizzati per riprendere una politica di investimenti sulla edilizia sanitaria. «Abbiamo poi indicato il tema dell’ottimizzazione della gestione di risorse che sono delle Regioni e sono attestate presso i ministeri e non comportano aggravi di cassa per lo Stato. Infine si mira alla razionalizzazione sia della spesa sanitaria sia delle spese a livello centrale. Questa è la strada giusta», ha concluso Chiamparino.
SANITA’ – Secondo alcuni calcoli, l’estensione a tutte le Regioni dei costi standard nella sanità, operata anche in modo coatto da parte del Governo, potrebbe portare da sola – lo afferma il Governatore del Veneto, Luca Zaia – ad un risparmio fino a 30 miliardi. Ed è questa certo una delle strade che verranno seguite (o accettate) dai Governatori, che hanno finalmente capito di dover imboccare seriamente la strada dei risparmi perché non possono più appesantire la tassazione locale, cresciuta a dismisura negli ultimi anni.
ROSSI TAX – Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, alla fine ha dichiarato di riconoscersi nella linea del governo, ma ha detto che lui, insomma, il modo di far pagare «chi ha di più» lo vuole cercare. In parole semplici, ribadisce la sua voglia di aggiungere tasse, o super ticket, a quel ceto medio già abbondantemente tartassato, nonostante abbia ricevuto l’altolà della sua stessa maggioranza e l’attacco frontale dell’opposizione di centrodestra.