
Il ct croato, Kovac, chiede scusa all’Italia per il comportamento dei suoi tifosi

MILANO – E’ amareggiato, il ct croato Kovac, per l’atteggiamento dei suoi tifosi, lanciatori di petardi e fumogeni. Infatti ha detto: ”Ho chiesto scusa in campo all’Italia, ora lo chiedo a tutti: quanto successo coi nostri tifosi non è ammissibile. Il nostro popolo non è così”.
Kovac ha aggiunto:”Sconfitta a tavolino? Non credo”. Poi ha raccontato di essere andato sotto il settore dei tifosi croati per convincerli a smetterla col lancio di petardi: ”Ero solo, ma in quel momento dovevo farlo. Una cosa del genere era già successa in Svizzera e non deve più ripetersi. Questo non è calcio: allo stadio c’erano famiglie e bambini, non lo ammetto. E il popolo croato è amichevole, non è questo”. Quanto alle sanzioni Uefa, ”ci sarà sicuramente un’indagine, delle risultanze e delle punizioni. Ma la partita è finita regolarmente, il risultato è stato 1-1 e rimarrà quello: le squadre avranno tutt’e due un punto”.
Lapidario anche Antonio Conte: “Dispiace, perché il calcio dev’essere spettacolo”. La follia degli ultrà croati, protagonisti in negativo con lanci di fumogeni e scontri sugli spalti, è stata messa all’indice dal ct azzurro. Quanto alla ‘papera di Buffon che ha portato al pari dei croati Conte si è limitato a dire: “Ho pensato che avevano pareggiato, peccato perché quel gol ci ha messo ansia, ma poi siamo stati bravi a
rimetterci in campo”. E ancora: “E’ stato un esame tosto e impegnativo e
lo sapevamo. Abbiamo affrontato una squadra forte che è più avanti rispetto a noi. Ripartono da un mondiale, noi abbiamo già cambiato tanto. Possiamo essere soddisfatti, è un buon risultato e abbiamo mostrato voglia di vincere la partita. La Croazia storicamente è sempre stato un avversario ostico anche quando sulla carta non era più forte, oggi è un momento storico in cui ci troviamo indietro rispetto ai loro talenti ma possiamo crescere. Dopo 4 gare di qualificazione e dici punti direi che è un ottimo punto di partenza”. Conte promuove “l’impegno dei ragazzi e l’applicazione”.
