Fit-Cisl Toscana: «Aumentano le aggressioni al personale dei treni. E il governo taglia i presidi della Polizia Ferroviaria»
FIRENZE – «Mentre aumentano le aggressioni al personale viaggiante sui treni e sui bus toscani, il governo decide di depotenziare o cancellare del tutto numerosi presidi della Polfer in Toscana». La denuncia arriva da Stefano Boni, segretario generale della Fit-Cisl Toscana, “perplesso e preoccupato” per queste scelte e sollecita “gli Enti Locali a mettere in campo tutte le azioni possibili per scongiurare le chiusure dei presidi Polfer e per un maggiore controllo del territorio” a tutela dei lavoratori e di tutti i viaggiatori. Boni esprime anche “la solidarietà del sindacato a tutti i colleghi vittime di episodi di violenza mentre svolgevano il loro lavoro.”
«Negli ultimi tempi infatti – dice il segretario Fit – stiamo assistendo a un aumento degli episodi di violenza, sui treni e sui bus; come quello successo il 21 novembre sul treno 3052 Firenze SMN-Viareggio dove, verso le ore 9,45, alla stazione di Pistoia, il capo treno è stato aggredito da un viaggiatore e ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso».
«Sono tantissimi gli episodi che si sono verificati in questi ultimi mesi. Alcuni dati diffusi dalla Polfer, parlano di circa 1.500 furti in stazione e di circa 2.050 a bordo del treno nei primi sette mesi del 2014 a livello nazionale, di cui in Toscana circa 160 nelle stazioni e 250 a bordo treno. E nelle statistiche finiscono solo gli episodi più gravi. Sui treni, sugli autobus, nelle stazioni, succede di tutto: dagli insulti alle spinte, fino a delle risse vere e proprie. Il tema della sicurezza diventa prioritario e non riguarda solo il personale in servizio, ma gli stessi viaggiatori, che spesso sono esposti a situazioni incresciose sia sui mezzi di trasporto che nelle stazioni».
«La Fit-Cisl –aggiunge Boni- ha sollecitato sia Trenitalia che le aziende del Tpl (Trasporto pubblico locale) affinché vengano presi provvedimenti, come monitorare le corse più a rischio, aumentare il personale in servizio, interessare le prefetture di competenza e le forze di sicurezza. Inoltre abbiamo organizzato corsi con psicologi, corsi per autodifesa personale, che però non sono sufficienti, né risolutivi per fronteggiare il fenomeno».
«Le problematiche sono più ampie e secondo noi chiamano in campo le forze dell’ordine, che hanno l’autorità e la professionalità per circoscrivere ed affrontare in maniera decisa il fenomeno. In questo quadro il piano di riorganizzazione predisposto dal Governo per la Polizia Ferroviaria, sembra assolutamente incoerente: infatti di fronte ad un aumento dei crimini si mettono in discussione i posti di presidio della Polfer, che invece andrebbero potenziati. Appare assolutamente fuori luogo trasformare in semplici ‘punti d’appoggio’ i presidi Polfer di Pistoia, Pontassieve, Siena, Massa Carrara, Campiglia Marittima, declassare quello di Prato e cancellare del tutto quelli di Livorno San Marco e San Giovanni Valdarno. Così, demandando tutto al presidio di Firenze, si lasciano centinaia di chilometri ferroviari senza una protezione reale. In questo contesto – conclude la nota del sindacato – le nostre perplessità e preoccupazioni non possono che aumentare».