Firenze, in più di 2 mila alla Leopolda della Cisl. Furlan: «Cambiare il fisco e la legge Fornero»
FIRENZE -Il giorno dopo lo sciopero nazionale indetto dalla Cisl, il sindacato torna a mobilitarsi lanciando la «Leopolda del Lavoro». Una mattina, oggi 2 dicembre, in cui oltre 2 mila lavoratori si sono dati appuntamento da tutta Italia alla ex stazione, la stessa che a fine ottobre ospitò la kermesse «Leopolda 5» del premier Matteo Renzi.
Quello della Leopolda è il primo di 3 eventi organizzati dalla segreteria nazionale che vedranno i vertici di Cisl domani a Napoli e dopodomani a Milano. La mattinata della Leopolda si è aperta alle 10.30 dove è stato dato spazio a voci, storie e testimonianze.
«La Leopolda è stata riempita da lavoratori, precari, disoccupati, la nostra gente», ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. Che ha sottolineato come in cima a tutto ci siano due punti fermi per il sindacato: il fisco e la modifica della legge Fornero. Il fisco, secondo il segretario della Cisl, deve «premiare il lavoro», e partirà una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare in questo senso. Sulla legge Fornero la Cisl chiede invece la modifica immediata del testo vigente.
A margine dell’iniziativa la Furlan ha parlato anche del Jobs Act con i cronisti, sottolineando che «la legge è molto larga, è nei decreti attuativi che si vedono davvero le cose concrete». «Aspettiamo la convocazione promessa ai sindacati dal premier Renzi e dal ministro Poletti – ha aggiunto – per valutare punto per punto come i decreti attuativi vogliano realizzare la legge».
E lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil, ma non dalla Cisl, per il 12 dicembre? «Non basta una giornata di sciopero – attacca Furlan -, ci vuole una mobilitazione continua. Il paese deve ripartire: ci vogliono investimenti, piani industriali complessivi del sistema paese, investimenti sulle infrastrutture materiali e immateriali, tanta ricerca e tanta innovazione».
Dalla Leopolda arriva anche un messaggio chiaro il premier Renzi. «Serve un grande patto sociale, altro che il ‘faccio tutto da solo’ del presidente del Consiglio, o le fabbriche occupate di Landini – scandisce la leader della Cisl -. Noi vogliamo le fabbriche aperte e piene di occupati».