Morte di Pino Daniele, a Napoli in 100 mila al secondo funerale
NAPOLI – Dopo i funerali di Roma, celebrati nella mattina di oggi 7 gennaio a Roma da padre Renzo Campetella, il feretro del cantautore Pino Daniele, morto il 4 gennaio stroncato da un infarto, è stato trasferito per l’ultimo saluto nella sua Napoli in piazza Plebiscito: almeno 100 mila le persone accorse al secondo funerale dell’artista, celebrato dal cardinale Crescenzo Sepe nel tardo pomeriggio di oggi.
Fiumi di inchiostro in questi giorni hanno raccontato «le famiglie» dell’artista napoletano: i due figli avuti dalla prima moglie Dorina Giangrande, la seconda consorte Fabiola Sciabbarrasi e i suoi tre figli più piccoli e Amanda Bonini, la compagna, l’ultima persona ad avere visto Pino Daniele in vita, nella notte in cui il suo cuore si è fermato durante la folle corsa dalla Maremma all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.
È proprio su quelle ultime ore che ora indaga la procura della capitale per omicidio colposo, con la collaborazione della procura di Grosseto che ha fatto verifiche sulla chiamata al 118 e accertato che la corsa in auto verso Roma è durata meno di un’ora.
E’ stata disposta anche l’autopsia che si farà domani a Napoli. Una cosa molto singolare, visto che richiederà la riapertura della bara di Pino Daniele subito dopo i funerali. «La ‘signora’, che era sola in macchina con lui e guidava, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli»: ha dichiarato addolorata ma determinata, Fabiola. «Non volevo l’autopsia per evitare un ulteriore oltraggio a Pino», spiega, ma ben venga se «necessaria per stabilire che cosa è successo».
Amanda, l’altra donna, ha il viso teso, addolorato e stanco. Entra in chiesa Roma un passo dietro a Fabiola, si siede su un altro banco, in prima fila, accanto al figlio più grande di Pino, Alessandro, e a sua moglie. Le due donne non si rivolgono la parola, neanche in sacrestia al termine della messa. Lasciando il santuario, Amanda, le cui rose rosse spiccano in mezzo ai fiori bianchi dei figli sulla bara nel carro funebre, si limita a dire: «È stato un grande amore», una relazione importante, «durata un paio di anni».
È uno strano destino quello che accomuna molti grandi artisti, con una scia di incomprensioni, problemi familiari o guerre di eredità dopo la morte. È successo a tanti, da Luciano Pavarotti ad Alberto Sordi, fino al caso limite di Lucio Dalla. Dopo la polemica sui funerali e la disputa tra Roma e Napoli, Pino Daniele viene salutato prima nella città di adozione e poi in quella di origine da amici, parenti, conoscenti e migliaia di fans.
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, parla di «una macchina organizzativa senza precedenti» per l’occasione, paragonata all’imponente addio al principe della risata, Totò. Un fiume di colleghi stretti intorno alla sua anima blues a Roma: in mezzo a bandiere, striscioni e cori, sfilano Renato Zero, Antonello Venditti, Jovanotti con la moglie, Eros Ramazzotti con la figlia Aurora (amica del cuore di Sara, la figlia 18enne di Pino Daniele), Biagio Antonacci con il fratello Graziano, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Francesco Renga, Umberto Tozzi, Mario Biondi, Stefano Di Battista con la moglie Nicky Nicolai, Fabrizio Frizzi e i napoletani Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio, Enzo Gragnaniello, Joe Amoruso, Enzo Avitabile, Serena Autieri, Fabio Fulco con la fidanzata Cristina Chiabotto, fino ai giovani Clementino e Rocco Hunt.
A Napoli, nei funerali «del popolo», si aggiunge l’omaggio di Liliana De Curtis, figlia di Totò, Alessandro Siani, Maria Nazionale, Francesco Paolantoni e tanti altri. In ogni angolo l’emozione e la commozione sono autentiche. L’ultimo saluto a Daniele, dopo la messa, è il momento più straziante, ma anche il più bello: a Piazza del Plebiscito partono le note di «Napule è» con la sua voce. E poi scende il silenzio che copre chiacchiericcio, gossip e polemiche.