Pd: Cofferati lascia il partito (di cui era stato fra i fondatori), indignato dopo le primarie liguri
ROMA – Sergio Cofferati ha annunciato la sua uscita dal Partito democratico, in conseguenza del caos delle primarie liguri. «Esco dal Pd» ha detto Cofferati, che fonderà un’associazione culturale. È l’ennesimo strappo all’interno del partito ed è un segnale acuto dell’insofferenza della vecchia guardia allo strapotere renziano. Le primarie contestate, infatti, sono state vinte dalla candidata sostenuta dal ministro Pinotti, Raffaella Paita. Cofferati aveva già mal digerito la vicenda del Jobs act e dello svuotamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che lui aveva contribuito a realizzare come segretario della Cgil. A questo punto non è da escludere che Sel (che con il coordinatore nazionale Fratoianni ha dichiarato che sosterrebbe lo stesso Cofferati) non presenti un suo candidato, magari sostenuto dall’area sinistra del Pd.
L’annuncio ufficiale è arrivato in una conferenza stampa nella quale il “cinese”, parlando del caso primarie liguri, tra denunce di brogli e irregolarità accertate, ha detto: «Di fronte a fatti di questo genere io non posso più restare». «È decisione per me difficile e dolorosa – ha aggiunto – perché sono uno dei 45 fondatori del Pd. Vi lascio immaginare con quale fatica sono arrivato a questa conclusione». Fortissima la sua delusione: «Ieri, durante la direzione del Pd, il premier Matteo Renzi ha immediatamente proclamato Raffaella Paita candidata. Non ha avuto neanche il garbo di aspettare la conclusione dei lavori della commissione». E ha denunciato un malvezzo che ormai si è introdotto nello svolgimento delle primarie: «La sostanza della mia contrarietà è l’inquinamento delle primarie attraverso il voto sollecitato e ottenuto dal centrodestra». «Il centrodestra – ha aggiunto – si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra. È un problema politico e morale. Le primarie, così, praticamente non ci sono più».