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Sanità toscana: si taglia il personale, si salvano i dirigenti

La proposta di legge di riforma del sistema sanitario regionale del governatore della Toscana, Enrico Rossi, e dell’assessore alla sanità, Luigi Marroni, è un refuso della politica, dove si asseriscono verità smentite dalla realtà quotidiana e si fanno passare per tagli alla governance semplici cambi di etichette e di profili contrattuali. Per poi alla fine fare che? Ridurre il personale sanitario e sforbiciare ancora servizi già oggi ridotti all’osso.

Abbiamo appreso di questa comunicazione leggendo l’ordine del giorno della seduta, e prendiamo atto che doveva essere esposta da Rossi e invece ecco qui Marroni. Ok, cogliamo l’aspetto positivo con l’occasione di confronto, sempre opportuno, che questo momento rappresenta come momento di verità. Secondo Marroni non era vero quando il governo tolse la Toscana dalla rosa della cinque benchmark, ossia le regioni virtuose. Ed è assai dubbio che, oggi, la Regione Toscana in ambito sanitario sia la migliore in assoluto. Al di là di chi fa le classifiche, c’è la verità dei cittadini che, come un termometro vivente, misurano quotidianamente la gradazione di qualità della sanità toscana. E loro ci dicono che qui non siamo affatto nel Bengodi: le criticità ci sono eccome, basti pensare alle liste d’attesa. E voi, Rossi e Marroni, che fate? Create un Cup di secondo livello con una vostra agendina personale? Ma via… e quanto accaduto con l’influenza? Tutti gli anni i pronto soccorso toscani si intasano di cittadini costretti a attese di ore sulle lettighe: non pensate che questi problemi dipendano dalla mancanza di posti letto nei reparti? Dopo anni che voi stressate il sistema con predicozzi sull’appropriatezza, mancano i posti letto; e i pronto soccorso si intasano.

Rossi e Marroni parlano di una riforma epocale della sanità. Io sono dell’avviso che prima di chiedere sacrifici ai cittadini si dovrebbe metter mano al taglio di apparati e burocrazie, dunque di poltrone. Ma qui… che si taglia? I direttori generali cambiano nome ma restano pari pari. Poi c’è la nuova figura del coordinatore d’area vasta che avrà il compito di ‘creare l’amalgama’. Si mandano via i direttori amministrativo e sanitario? In apparenza, perché la legge prevede che i direttori generali possono dotarsi di staff e dunque rieccoli rientrare dalla finestra. Insomma, i tagli alle poltrone stentano a fare massa critica. Il grosso del risparmio deriverà dal taglio dei dipendenti che voi definite esuberi. Io vi dico una verità che sta agli atti: in questi mesi dove tutti in Toscana stanno parlando di questi temi, i direttori generali e i commissari sono scatenati nel dare incarichi senza concorso,  per dare qualche premio a chi in questi anni ha lavorato per la causa. Ci sono segnalazioni  dai revisori alla corte dei conti che proprio non tornano. Per di più, aziende che hanno vita fino a fine 2015, danno incarichi fino al 2018. Questi sono gli sprechi. Anche perché sovente si mandano i professionisti in pensione, come vi accingete a fare, e poi si riassumono con incarico nominale, ai sensi dell’articolo 15septies del D.Lgs. 502/1992, come spero non vi accingiate a fare ma la consuetudine parla chiaro. Il sistema sanitario deve servire a dare risposte sanitarie ai cittadini, non risposte politiche e quindi spesso clientelari.

 


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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