Pensioni: la Corte Costituzionale smentisce il Governo. La sentenza sulla perequazione è immediatamente esecutiva e vale per tutti
ROMA – Il Governo, per bocca del ministro Padoan e del sottosegretario Zanetti, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimo il decreto Fornero che ha limitato la perequazione degli assegni pensionistici superiori a un determinato livello, ha subito messo alcuni paletti sull’esecuzione della pronuncia. Che sarebbe stata diluita nel tempo e limitata agli assegni più bassi, escludendo la restituzione per i ricchi.
CONSULTA – Da subito però la linea di palazzo Chigi si trova a fare i conti con quanto precisato da giuristi e fonti vicine alle Consulta: la sentenza 70/2015 , senza l’introduzione di eventuali interventi del governo, vale di per sé erga omnes ed è immediatamente applicativa. Per chiederne l’applicazione, tecnicamente, non serve un ricorso, anche se questa può essere una via per sollecitare il rimborso. L’articolo 30 della legge 87/1953, che regola il funzionamento della Corte, sancisce che “le norme dichiarate incostituzionali non possono avere pplicazione dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione”.
SACCONI – Su questa linea anche Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: “Se il governo infatti pensasse di ricalcolare le prestazioni in essere con metodi di calcolo diversi a seconda delle fasce di reddito realizzerebbe una soluzione iniqua e come tale esposta ad un’altra bocciatura della Consulta”. E aggiunge: chi legge “la giurisprudenza costituzionale in materia, vi troverà il ricorrente invito a rispettare il patto tra lo Stato e il cittadino e la possibilità quindi di ricorrere esclusivamente a soluzioni congiunturali e come tali transitorie”.
Si affretti il Governo a trovare i fondi necessari per rispettare il patto di fiducia e giustizia con i cittadini, intervenendo finalmente sugli sprechi della politica che continuano imperterriti, senza dimenticare che i vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali non sono considerate pensioni e non sono perciò sottoposti a contributi di solidarietà o altri prelievi. Non costringa i pensionati a presentare ulteriori ricorsi per riavere ciò che loro spetta di diritto in base alla Carta fondamentale, la nostra Costituzione.
franco
beato lei che prende quella cifra ,io mi trovo nella stessa situazione e prenda 1770 lordi ,ma stato RUBA anche a noi, comunque speriamo bene
Antonio
Sono un pensionato ex dirigente scolastico e ho una pensione, unico reddito del nucleo familiare, di 3150,00 euro lorde mensili, ho un figlio che ha perso il lavoro e, leggendo e ascoltando i media in relazione alle misure che il governo vorrebbe adottare percepisco che probabilmente la mia pensione potrebbe essere lasciata fuori dalla perequazione, allora mi chiedo dove va a finire la cosiddetta giustizia sociale quando penso che in un altro nucleo familiare dove marito e moglie prendono una pensione di 2000, 00 euro lorde mensili ciascuno, quindi un reddito di 4000,00 lorde mensili, e ciascuno di loro avrà la meritata perequazione che porterebbe il loro reddito a circa 4300,00 euro lorde, mentre io con una pensione di 3150,00 lorde mensili starò a guardare. Allora mi chiedo e vi chiedo questa è giustizia? Perchè il governo non tiene conto dell’ ISEE per distribuire equamente l’adeguamento delle pensioni al costo della vita?