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Un allievo del 1° anno della Scuola Aeronautica Douhet mentre riceve le stellette militari (Foto FirenzePost)

Firenze, primo giorno alla Scuola Militare Aeronautica Douhet per gli allievi 2015-2016 (Fotogallery-Video)

Un allievo del 1° anno della Scuola Aeronautica Douhet mentre riceve le stellette militari (Foto FirenzePost)
Un allievo del 1° anno della Scuola Aeronautica Douhet mentre riceve le stellette militari (Foto FirenzePost)

FIRENZE – Alle 8 di stamattina hanno salutato i genitori che li avevano accompagnati fino ai cancelli e, uno ad uno valigia alla mano, sono entrati nel «college» militare che li ospiterà per i prossimi tre anni. Sono i giovanissimi 45 studenti-allievi della Scuola Militare Aeronautica «Giulio Douhet» che ha sede a Firenze, per i quali oggi è suonata la prima campanella. Le lezioni vere e proprie inizieranno il 15 settembre, ma oggi – a tutti gli effetti – è stato il primo giorno di scuola. Il primo del 10° anno di vita della Douhet, che fu creata nel settembre 2006.

STELLETTE – In termini militari si chiama «incorporamento»: in pratica oggi è il primo fatidico giorno di un’esperienza tutta nuova per questi giovani, che – a 16 anni – inizieranno la prima liceo classico o la terza liceo scientifico, con divisa militare, stellette e (tra qualche mese) spadino. Hanno detto –almeno temporaneamente – addio alla vita facile della loro età, scegliendo di mettersi alla prova sulla strada del rigore e dell’impegno nello studio. Anche dell’autodisciplina perché dovranno (rapidamente) imparare a mettere a posto in pochi minuti – ogni giorno – il proprio letto e il proprio armadietto: tutte cose che fino al giorno prima, almeno la maggior parte di loro ha volentieri delegato alla rispettiva mamma.

PROVENIENZA – In tutto sono 33 maschi e 12 ragazze, arrivati da ogni parte d’Italia nel complesso alle Cascine dove ha sede l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (Isma), da cui la stessa Douhet dipende. Il Lazio è la regione con il maggior numero di allievi (14), seguito dalla Toscana con 6 (tre da Firenze, gli altri da Pisa, Prato e Siena). Ventisette andranno allo Scientifico (tra cui 4 donne) e diciotto al Classico, dove la componente femminile sale a otto allieve. E dopo la maturità? La libertà di scegliere se tornare alla vita civile o partecipare ad uno dei concorsi per le Accademie delle Forze Armate.

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DIVISA – La prima tappa del primo giorno alla Douhet è in infermeria e dal barbiere (per i maschi naturalmente), quindi presso il magazzino vestiario per indossare la divisa con la taglia giusta. Scarpe nere, pantaloni blu aviazione (naturalmente), camicia azzurra dove – momento più significativo – vengono appuntate le stellette, simbolo di appartenenza alle Forze armate.

ANZIANI – Chi assiste le «matricole», tutte molto prese dall’importanza del momento, sono gli allievi scelti «anziani» del 3° anno, il corso «Iris». Fa un certo effetto – in un mondo giovanile in astinenza di valori e di obiettivi – vedere un diciottenne istruttore che dà del «lei» a un sedicenne. E quest’ultimo che risponde (solo quando è interrogato) con il «lei» e sugli attenti. Ma il buon esempio e l’impostazione di base si vedono anche in queste cose.

STAFF – Nel frattempo i familiari, rimasti fuori dal cancello, vengono fatti entrare per incontrare il comandante dell’Isma, il generale di divisione aerea Gian Franco Camperi eil comandantedella Douhet, il colonnello Michele Buccolo, che è anche il Dirigente Scolastico dell’istituto. Con lui gli ufficiali che seguiranno i loro figli: il tenente colonnello Giuseppe Venturelli, direttore degli studi, il tenente colonnello Giovanni Weber comandante dei corsi, il tenente colonnello medico Giuseppe Barbati responsabile del servizio sanitario, il capitano Vincenzo Montuori comandante del 1° corso. Sarà quest’ultimo l’ufficiale più a diretto contatto con gli allievi, con i quali starà fino al termine del triennio di scuola. Presenti anche gli insegnanti, tutti provenienti da istituti scolastici della provincia di Firenze, che cureranno la formazione didattica.

FAMILIARI – Tante le domande e risposte, anche se le più ricorrenti hanno riguardato (c’era da aspettarselo…) i contatti con i figli e la possibilità di vederli o almeno sentirli. La risposta/raccomandazione, come in ogni scuola o accademia militare, è la stessa: «Non chiamate. Se ci sono notizie importanti chiamiamo noi». Mai come in questo caso vale il detto: «Nessuna nuova, buona nuova». Nei primi tempi in particolare sarà molto regolamentato l’uso di telefoni cellulari e di internet, quest’ultimo limitato solo a motivi di studio. Una «disintossicazione» dal web e dai social network che non potrà che far bene agli allievi. «I ragazzi avranno poi tanti impegni di studio e di attività esterne, che saranno per primi loro a non sentire la mancanza delle chat ma anzi potranno sempre più sviluppare la comunicazione e il dialogo diretto con i coetanei, senza ricorrere a una tastiera» commenta a margine dell’evento lo stesso colonnello Buccolo, comandante della Douhet.

SORRISO – Finalmente nel pomeriggio l’incontro dei familiari con i ragazzi che, nella nuova divisa, sembrano quasi irriconoscibili. Sorrisi, qualche gola annodata dalla commozione (naturalmente più dei genitori che dei figli), abbracci e le prime foto ricordo. Poi la campana suona anche per genitori e familiari che sono costretti ad avviarsi all’uscita. Un ultimo sguardo verso il «proprio soldatino» e la «propria soldatina» che da lontano risponde con uno sguardo rassicurante. Come dire: «Non vi preoccupate, ora tocca a noi far vedere che cosa valiamo».

IL VIDEO DEL SALUTO DEI FAMILIARI

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Sandro Addario

Giornalista

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