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Maria Elena Boschi, mozione di sfiducia respinta: 373 «no» contro 129 «sì»

Camera dei Deputati, Maria Elena Boschi replica a chi ne chiede le dimissioni
Camera dei Deputati, Maria Elena Boschi replica a chi ne chiede le dimissioni

ROMA – L’Aula della Camera dei Deputati ha respinto oggi 18 dicembre la mozione di sfiducia individuale presentata da M5S nei confronti del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi relativamente alla vicenda banche salvate dal fallimento dal Governo Renzi. I voti a favore della mozione sono stati 129, ma sono stati 373 i contrari.

AMO MIO PADRE – Il pronunciamento dei deputati è giunto dopo il dibattito in Aula, con l’intervento dell’ «accusata» e dei vari gruppi parlamentari. Appassionata e combattiva la difesa che il ministro Boschi ha fatto di se stessa e della sua famiglia in relazione al caso Banca Etruria e alla figura di suo padre, Pierluigi Boschi, quale dirigente dell’istituto di credito. «Quella della mia famiglia è una storia semplice, umile e forte. Non mi arrabbio per le maldicenze che ho sentito raccontare in questi giorni. Ma se avrò la fortuna di essere madre spero che i miei figli siano orgogliosi di me come io lo sono di mio padre, che amo e che è una persona per bene». «Se le accuse che mi vengono rivolte fossero vere mi dimetterei – ha sottolineato – , per il governo chi sbaglia paga, anche mio padre».

BUGIE E INVIDIA – «Io come ministro sono sempre stata dalla parte delle istituzioni e non ho mai favorito amici o miei interessi» ha detto. Per poi accennare a «denigrazioni, chiacchiericci, bugie e maldicenze» contro la sua famiglia che fanno «parte delle regole del gioco» ma che vanno respinte. «Fare il ministro a 34 anni forse attira invidia, ma invidia e maldicenze non mi fanno paura», ha spiegato il responsabile delle Riforme.

FAVORITISMI – «Mio padre è stato commissariato e sanzionato. Non c’è nessun favoritismo nella nostra Italia» sottolinea Boschi. Il ministro ha ricordato che la sua famiglia possedeva poche migliaia di azioni, ognuna del valore (all’epoca) di circa un euro l’una, ma che oggi valgono zero. «Io posseggo, anzi possedevo, 1.557 azioni di Banca Etruria, per un valore totale di 1500 euro. Oggi equivalgono zero e sono carta straccia. anche altri in famiglia hanno piccoli pacchetti. Mio padre possedeva 7.550 azioni». «Trovo suggestivo – ha sottolineato – sentire che con un pacchetto di 1.557 azioni io fossi la proprietaria della banca o che lo fosse la mia famiglia. Dire che la Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è suggestivo, ma non corrisponde a verità fatti».

MOVIMENTO 5 STELLE – «Il mio dovere di opposizione è portare il caso in aula – ha detto dal canto suo Alessandro Di Battista, del Movimento 5 Stelle -, non si risolverà niente, la mozione verrà bocciata ma non sappiamo se il caso si ingrosserà nei prossimi giorni, potrebbe succedere che il premier Renzi stesso chiederà di sacrificare la Boschi. Occhio perché Renzi non difende lei ma se stesso ed è capace di tutto per mantenere il potere». L’esponente del Direttorio M5S ha poi commentato la replica di Boschi in Aula: «Un bel discorso pieno di pietismo e compassione, ci ha raccontato il passato della sua famiglia ma non abbiamo visto lo stesso verso migliaia di cittadini truffati dal decreto salva-banche». Boschi, è l’accusa di Di Battista, ha illustrato «cavilli su cavilli: il decreto sulle banche popolari ha aumentato il valore di quelle azioni che stavano tracollando anche quando nel cda c’era il dottor Pierluigi Boschi. Prima valevano 8 euro, nel 2014 dopo l’ispezione di Bankitalia che hanno portato alla multa a Boschi il valore è sceso a 1 euro e, caso strano, il dottor Boschi viene nominato vicepresidente un mese dopo che la Boschi divenne ministro: pensate di prendere in giro il paese intero con le vostre balle ma qui il popolo è rappresentato, c’è il M5S».

 

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