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Insolvenza di Banca Etruria, ecco le motivazioni: «Crisi irreversibile»

La sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo
La sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo

AREZZO – «Irreversibilità dello stato di crisi» e un «drammatico e irreversibile dissolvimento dello stato patrimoniale dell’ente»: ci sono queste valutazioni nella sentenza con cui il tribunale di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza della vecchia Banca Etruria. In particolare i giudici della sezione fallimentare sottolineano che dal resoconto dei commissari straordinari emerge «una sensibile riduzione del patrimonio netto che passa, nell’arco di nove mesi, da 65,976 milioni risultante dal bilancio relativo all’esercizio 2014 a 22,538 milioni con conseguente perdita del 65,8%».

Un patrimonio che la Banca d’Italia ha definito «del tutto insufficiente ad assicurare il rispetto dei requisiti prudenziali obbligatori per la prosecuzione dell’attività di impresa». Sempre Palazzo Koch, si legge nella sentenza, ha valutato che il deficit patrimoniale ammontava a 557 milioni per assestarsi a 305 al momento dell’avvio della procedura.

«Emblematico dello stato di insolvenza della banca – scrivono ancora i giudici – è il fatto che la banca abbia registrato una esposizione debitoria di 283 milioni anche nei confronti del Fondo di risoluzione intervenuto per capitalizzare la Nuova banca Etruria e del Lazio», il cosiddetto ente-ponte.

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