Pensioni di reversibilità: pur di fronte all’evidenza il Governo nega ogni intervento
ROMA – Il Governo interviene con tre autorevoli esponenti per fugare ogni dubbio sull’intenzione d’intervenire sulle pensioni di reversibilità. Si sarebbe trattato di un equivoco giornalistico. Come al solito l’esecutivo lancia il sasso e poi tira indietro la mano. Il testo del Def però non sembrava lasciar adito a dubbi, l’intenzione di procedere in questo senso è chiara e al di là delle chiacchiere occorre procedere a una modifica del testo, evidentemente poco comprensibile. Ma andiamo con ordine. Un viceministro, un sottosegretario e un commissario alla spending, nonché consulente del premier cercano di chiarire.
NANNICINI – Iniziamo dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, il quale ha dichiarato: «Non c’è mai stata la volontà di intervenire sulle pensioni di reversibilità, c’è un percorso aperto e il governo interverrà per chiarire. Il documento di economia e finanza fotografa semplicemente l’esistente, riprendendo il testo della legge delega sulla povertà, ma per l’esistente è un percorso politico aperto, è stato un equivoco nato da una frase generica».
ZANETTI – Sulla stessa linea il viceministro all’economia Enrico Zanetti il quale, ribadendo la posizione già espressa a suo tempo dal premier Renzi e dal ministro del Lavoro Poletti, assicura che non ci sarà nessun intervento sulle pensioni di reversibilità.
GUTGELD – Infine Yoram Gutgeld, commissario alla spending review, è categorico: «non posso rispondere io dei ‘gialli’ giornalistici e mediatici».
SINDACATI – Ma i sindacati, ammaestrati da episodi precedenti, giustamente non si fidano e attaccano: «L’unica via che ha il governo per chiarire sulle pensioni di reversibilità è quella di stralciare la norma dal ddl povertà. Non ci sono giustificazioni o spiegazioni che tengano». Così il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, in merito ad un possibile intervento sulle reversibilità contenuto nel Def. «Il 19 maggio – continua Pedretti – saremo in piazza del Popolo insieme ai sindacati dei pensionati Cisl e Uil anche per chiedere questo. Sarebbe bene che il governo ci ascoltasse».
Il Governo evidentemente non ritiene che i pensionati siano una categoria alla quale rivolgere particolare attenzione, anzi li considera solo una massa di persone da usare come bancomat. Molto più conveniente, per Renzi e l’esecutivo, curare gli interessi della grande industria e dell’alta finanza, di quei poteri forti che, a quanto pare, ne hanno sorretto nascita e sopravvivenza
Pierluigi
C’è poco da chiarire e/o interpretare: ci prendono per i fondelli.