Referendum, Renzi: «Questo non è il voto dei brogli, è il voto degli italiani». E giura sulla rimonta del Sì sul No (Foto)

FIRENZE- L’ultimo appello di Matteo Renzi da una piazza Signoria strapiena: «Siamo a un passo, possiamo portare a casa una rimonta spettacolare». Il premier suona la carica per le ultime ore di campagna elettorale, invitando tutti a convincere i tanti indecisi. E’ convinto che la vittoria è a portata di mano: «Amici siamo ad un passo, ma per arrivare al risultato occorre cercare ad uno ad uno chi ancora non è deciso».
Forse per scaramanzia, Renzi ha voluto chiudere la campagna referendaria proprio nella stessa piazza che lo aveva accolto nel 2014, per le europee, che segnarono un trionfo per il Pd. Oggi in quella piazza simbolo sono arrivate migliaia di persone e militanti con tante bandiere dei comitati per il Sì: caldarroste, panini, vin brulé, tè e caffé distribuiti per sopportare meglio le temperature invernali, anche se la serata è stata abbastanza clemente. «Con i no l”Italia non va da nessuna parte con il si comincia il futuro», scandisce Renzi che cita
anche Lorenzo il Magnifico: Voi direte, noi faremo. E ancora: «Sono ridicoli ad instillare dubbi e problemi che non esistono. Questo non è il voto dei brogli, è il voto degli italiani. Il sì non serve a rafforzare il governo, ma l’Italia. Ci sono tanti indecisi anche in queste ore, che vogliono capire se il loro voto può essere affidato al si. La sfida referendaria è stata un grandissimo gesto d’amore per l’Italia e per le istituzioni.

In piazza Signoria anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, prodiga di selfie con i militanti, ma anche i ministri Stefania Giannini, Marianna Madia, Dario Franceschini, i sottosegretari De Vincenti e Lotti. Molti i parlamentari, gli amministratori locali. Nel backstage anche la moglie del premier, Agnese Landini, e i figli. E Renzi si scalda: «Vorrei che i miei figli potessero essere orgogliosi di una classe politica di destra e di sinistra, che non si offende a vicenda. Questo è il si” alla dignità delle istituzioni e restituire credibilità ai politici».
