Prezzi carburanti: si prevedono aumenti per la manovra, ma l’Italia è già fra i paesi più cari
ROMA – L’eventuale rialzo delle accise sui carburanti, allo studio dei tecnici del governo tra le misure per l’aggiustamento dei conti dello 0,2% chiesto da Bruxelles all’Italia, potrebbe portare a un aumento dei prezzi di diesel e benzina, già alti in assoluto e in confronto ad altri paesi.
Tabelle alla mano, secondo i dati di Globalpetrolprices, l’Italia con 1,76 dollari al litro (ex equo con Danimarca) è al terzo posto della graduatoria Ue, dopo Olanda e Grecia, e all’ottavo di quella mondiale per caro-benzina. La media globale degli oltre 150 paesi esaminati è di 1,03 dlr/lt.
Al top della lista troviamo la Norvegia dove il pieno costa 1,94 dollari al litro, a seguire Hong Kong (1,92 dollari al litro), Islanda (1,80), Monaco (1,71), Paesi Bassi (1,70), Grecia e Israele (1,69 dlr/lt entrambi). Tra le grandi economie europee, i prezzi sono inferiori a quelli italiani: in Francia la benzina costa infatti 1,53 dollari al litro, in Germania scende fino a 1,48, in Spagna a 1,34 dlr/lt. Tra i paesi europei con i prezzi più bassi, il Lussemburgo a 1,28 e la Romania a 1,16.
Sul fronte del diesel, l’Italia con 1,50 dollari al litro è tra i paesi più cari dell’Unione europea e al settimo posto della graduatoria internazionale dei paesi presi in esame (115 stati). La media globale è di 0,90 dollari al litro. Al primo posto per prezzi del diesel troviamo la Norvegia con 1,81 dollari, secondo le ultime rilevazioni; a seguire l’Islanda dove il diesel costa 1,70 dollari, la Svezia con 1,59 dollari, Israele, Regno Unito e Monaco (1,55 dollari).
Tra le grandi economie europee i prezzi sono comunque inferiori a quelli italiani: in Francia il diesel costa 1,37 dollari al litro; in Germania 1,25 dollari al litro; in Spagna i prezzi si fermano a 1,20 dollari. Il paese dell’Unione dove il diesel costa meno è il Lussemburgo a 1,09 dollari. I prezzi più bassi si riscontrano ovviamente nei paesi esportatori di petrolio: dall’Iran (0,09) agli Emirati (0,53), dal Venezuela (0,01, praticamente gratis, anche se ciclicamente il governo parla di rialzi) all’Indonesia (0,67), tra gli altri.