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Salvabanche, i risparmiatori denunciano: «Non possiamo più avvicinarci a Renzi»

Un momento del Presidio contro il Decreto Salvabanche nel paese di residenza del premier Matteo Renzi a Pontassieve, 26 marzo 2016

FIRENZE – Quando Matteo Renzi era Presidente del Consiglio, sembra che le forze dell’ordine avessero ricevuto indicazioni di tener d’occhio le manifestazioni di protesta dei risparmiatori truffati nelle città toscane, in particolare a Firenze, Prato, Arezzo e Laterina. Motivo? Evitare proteste troppo eclatanti e ravvicinate contro l’allora premier, la ministra Boschi e la di lei famiglia.

Adesso il giornale La Verità, recependo le segnalazioni di alcuni risparmiatori vittime del decreto salvabanche, ha evidenziato come, in un periodo in cui le forze dell’ordine sono impegnate a pieno regime con l’emergenza terrorismo, in Italia c’è chi è chiamato ad una sorta di schedatura dei risparmiatori che protestano per i fallimenti bancari nelle occasioni pubbliche in cui è presente l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ora segretario del Pd.

Secondo La Verità, i risparmiatori truffati almeno 132.000, non potrebbero avvicinarsi non solo agli incontri istituzionali di Renzi segretario del Pd, ma neanche alle feste dell’Unità (quando è atteso l’ex premier) o alle presentazioni del suo libro. Si legge nell’articolo: «L’ ultimo episodio è quello che ha coinvolto cinque signori della provincia di Ferrara, di età compresa tra 55 e 70 anni, tre donne e due uomini, ex funzionari della pubblica amministrazione, insegnanti o imprenditori. Tutti affondati insieme ai loro risparmi con la Cassa di risparmio di Ferrara e attivisti del comitato No Salvabanche. Sabato il manipolo di sovversivi si è diretto in auto verso la Festa dell’ Unità di Bologna, dove era atteso Renzi. Già alla mattina la Digos estense era in allerta e ha provato a contattarli. All’ ingresso della kermesse, nonostante non fossero identificabili da magliette o striscioni, i pensionati ferraresi sono stati bloccati dalla Polizia e allontanati, perché non graditi agli organizzatori della festa».

Ne sa qualcosa anche Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione Vittime del Salvabanche. «Quando c’ è un evento nei dintorni di dove abitiamo ci chiamano dalle Digos per chiederci se abbiamo intenzione di partecipare e magari per scoraggiarci». Nelle scorse settimane Giorgianni ha pubblicato un post su Facebook in cui annunciava l’intenzione di andare a manifestare pacificamente in un paese della provincia di Arezzo. In quel caso Renzi non era nemmeno nei paraggi. «Sa che cosa è successo? Quando siamo arrivati abbiamo trovato ad aspettarci cinque camionette della polizia. Da allora abbiamo smesso di comunicare sui social network, ma solo su Whatsapp, che non è intercettabile».

Cose che non succedevano in Italia da molto, molto tempo.

controlli, Polizia, renzi, salvabanche

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