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Inps: cresce età media pensione (66anni e 7 mesi). Boom assegni sociali

ROMA – Cresce l’età media alla decorrenza delle pensioni grazie alla stretta degli ultimi anni sui trattamenti di vecchiaia e su quelli anticipati.

PENSIONI – Nel 2017 l’età media alla decorrenza per le pensioni dei lavoratori dipendenti è stata pari a 66 anni e sette mesi in crescita dai 66 anni e 4 mesi del 2016. L”età media complessiva è cresciuta soprattutto per l”aumento dell”età media dei superstiti (dai 74 anni e tre
mesi ai 75 anni). Per la vecchiaia si è registrato un aumento dell’età media alla decorrenza da 65 anni e sei mesi a 65 anni e 8 mesi mentre per le pensioni anticipate si è passati dai 60 anni e cinque mesi medi del 2016 ai 60 anni e 8 mesi del 2017.
Nel 2017 i requisiti per il pensionamento sono rimasti invariati ma nel 2016 si era registrato un brusco aumento dei requisiti per le donne e una crescita di quattro mesi legati all’aspettativa di vita per tutti.

ASSEGNI SOCIALI – Cresce invece a dismisura la spesa sostenuta per gli assegni sociali (che non sono pensioni, ma pura assistenza), la prestazione erogata dall’Inps alle persone con più di 65 anni e sette mesi in stato di bisogno economico. Prestazione che, ricordiamolo, può essere richiesto da cittadini italiani o stranieri con permesso di lungo soggiorno residenti del nostro Paese senza reddito o con un reddito annuale inferiore a 5.824,91 euro. Nel 2017 i nuovi assegni liquidati sono stati 43.249 con una crescita del 17,7% rispetti ai 36.740 erogati nel 2016.   Sarebbe interessante sapere quanti di questi riguardano stranieri con permesso di soggiorno. Ricordiamo che tutti costoro (italiani e stranieri) percepiscono l’assegno senza aver mai versato uno straccio di contributo.

Dunque non sono le pensioni in sé, quelle normali per le quali gli interessati hanno versato pesanti contributi (soprattutto per quelle cd d’oro), ma gli assegni sociali, assistenziali, che gravano maggiormente sul bilancio Inps. Il bocconiano presidente Boeri, invece di sproloquiare su tutto e tutti, dovrebbe riuscire a separare le attività Inps per il settore pensionistico e quelle per il settore assistenziale e sociale, in modo da evidenziare dove stanno le spese da coprire non con il sacrificio di pensionati che hanno versato contributi, ma con i proventi della tassazione, facendo pagare effettivamente gli evasori fiscali e quelli contributivi. Ma si tratta di una strada difficile da percorrere e che non porta consenso politico. Per questo è pura demagogia quella dei candidati M5S, di Giorgia Meloni, di Mario Giordano, di molti esponenti Ds e simili che vogliono colpire le tasche dei pensionati.

assegni sociali, pensioni, spesa

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