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Bardonecchia: incontro fra ministri, si cerca la pace fra Italia e Francia, superando l’incidente diplomatico – giudiziario

Doga

ROMA – Prove di pace tra Italia e Francia dopo l’incidente diplomatico e giudiziario del 30 marzo scorso, quando cinque doganieri francesi armati sottoposero un migrante nigeriano ad un prelievo delle urine in un locale in uso alla ong Rainbow4Africa a Bardonecchia, in territorio italiano
dunque. Il ministro francese dei Conti pubblici, Gerald Darmanin, ha incontrato a Roma i ministri Pier Carlo Padoan e Marco Minniti.
Secondo quanto riferito dall’ufficio di Darmanin alla France Presse, il viaggio ha l’obiettivo di «superare il deplorevole incidente avvenuto a fine marzo alla frontiera di Bardonecchia per ripristinare la cooperazione doganale e riprenderla in buone condizioni». All’ordine del giorno, poi, anche «le questioni della riforma dello Stato in Francia e in Italia e la cooperazione economica tra i due Paesi».
Nè il Viminale nè gli altri ministeri hanno emesso comunicazioni ufficiali dopo la visita di Darmanin. All’incontro con Minniti era presente anche il prefetto Massimo Bontempi,
direttore centrale dell’Immigrazione e della polizia delle frontiere. All’indomani dello sconfinamento dei doganieri transalpini, lo stesso Darmanin aveva spiegato che non era stato
fatto nulla di illegale. Ma la Farnesina aveva convocato l’ambasciatore francese in Italia per chiedere spiegazioni, parlando di fatto grave. Contestualmente, la procura Torino ha emesso un ordine di investigazione europeo, con il quale, in sostanza, chiede alle autorità francesi di collaborare e di partecipare all’inchiesta: identificare i doganieri, interrogarli alla presenza di un avvocato e di un pm torinese, trasmettere tutti i documenti sull’accaduto. Le ipotesi di reato
sono pronte: violazione di domicilio commessa da pubblici ufficiali, perquisizione illegale.
Nel corso del colloquio con Minniti, a quanto si apprende, si è convenuto sulla necessità di rivedere gli accordi esistenti tra le polizie dei due Paesi – che risalgono agli anni ’90 e prevedono una serie di attività consentite agli agenti delle due frontiere – per adeguarli alle mutate condizioni e tecnologie.
In modo da evitare che possano ripetersi incidenti analoghi a quelli del 30 marzo. Sarebbe comunque emersa l’esigenza di proseguire nei rapporti bilaterali, superando il casus belli, al di là dell”inchiesta giudiziaria che farà il suo corso e stabilirà eventuali responsabilità.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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