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Immigrazione: Caritas e associazioni di sinistra si scagliano già contro la stretta del governo giallo-verde

Le disposizioni sull’immigrazione inserite nel contratto di governo fanno discutere e sollevano le proteste del mondo cattolico e della sinistra, interessati a perpetuare il business dell’accoglienza. Subito si sono schierate batterie di giuristi e di associazioni per sollevare problemi di legittimità delle previsioni leghiste- pentastellate.

Che intendono modificare la gestione dei flussi migratori e studiare gli algoritmi per fermarli in altri Paesi che non siano l’Italia. Rimpatri ed espulsioni, per chi è già arrivato, sono le parole chiave del nuovo esecutivo che si appresta a mettere sulla poltrona più calda, il ministero dell’Interno, proprio un leghista. Più fondi per le espulsioni: è una delle promesse del leader leghista in vista del nuovo governo col Movimento 5 Stelle.

Ma per l’Asgi (l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), che  normalmente tutela i pretesi diritti dei migranti,  le misure di allontanamento non funzionano e dimostrano il fallimento del sistema. «Possiamo investire risorse per espellere i pochi soggetti pericolosi, ma negli altri casi è una scelta ingiusta ed inattuabile» commenta Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’associazione. «La nostra normativa in materia di immigrazione è terribilmente rigida- aggiunge Schiavone-, e ha sempre prodotto un numero enorme di irregolari, ma per rispondere a questo problema non si è mai messo mano alla normativa ampliando i canali regolari di ingresso e regolarizzando i percorsi positivi di inclusione sociale e lavorativa degli stranieri».

Si schiera in tal senso ovviamente anche l’istituzione, legata ai vescovi, che gestisce il problema accoglienza. Anche per Oliviero Forti (Caritas), se si vuole puntare sulla legalità, la si può ottenere solo con i corridoi umanitari. «L’ingresso legale fa bene al migrante ma anche al territorio che lo accoglie» spiega Forti. Sul piano tecnico, aggiunge, il tema dei rimpatri è un dejà vu. In passato, infatti, era già stato posto al centro delle politiche da diversi governi. «E di fatto è impraticabile – sottolinea – perché serve la collaborazione con i Paesi di origine, con i quali occorre firmare accordi. Cosa che fino ad ora è stato difficile e ha portato a numeri di ritorni forzati e volontari molto ridotti». Salvini ribadisce anche che «in Italia non si entrerà più senza permesso». «La legislazione italiana – sottolinea Forti – come molti altri Paesi, prevede l’impossibilità di entrare senza permesso. I migranti che arrivano sulle nostre coste sono persone che fanno richiesta d’asilo, è un loro diritto».

Dulcis in fundo la trita osservazione di Amref, Onlus pro migranti: i dati e le statistiche ci dicono di guardare le persone migranti come una risorsa «In Italia dai migranti abbiamo ricevuto più di quanto abbiamo speso nei progetti di integrazione». Nove miliardi di contributi versati e due miliardi di utili netti prodotti dai lavoratori immigrati nel nostro Paese solo nel 2015.

Ma forse sinistra e Chiesa universale ignorano che c’è anche un problema di compatibilità politica, economica e sociale per tutti i Paesi, ma in questo momento in particolare per l’Italia, non possiamo accogliere tutta l’Africa senza creare inevitabili situazioni di conflitto sociale, che già si stanno manifestando in molte regioni, e non solo per colpa della lega, come accusano sinistre e cattolici.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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