Sport: le nuove disposizioni prevedono modifiche del Coni, ma anche pene più alte per i violenti degli stadi
ROMA – Aumentano le pene per i violenti allo stadio. Commettere un reato in occasione o a causa di una manifestazione sportiva sarà una circostanza aggravante. Cresce anche il numero di anni per i recidivi. Il Governo ha intenzione così di realizzare un testo unico delle disposizioni sul contrasto alla violenza nelle manifestazioni sportive, secondo uno schema di ddl recante disposizioni in materia di ordinamento sportivo, approvato dal Consiglio dei ministri.
Le nuove disposizioni prevedono pene ancora più severe e specifiche per chi commette reati durante manifestazioni sportive. Aumentano le pene per i Daspo, ed è previsto l’arresto in flagranza differita, che permette il fermo fino a 48 ore dopo l’evento ed era stato introdotto in via temporanea con scadenza nel 2020, diventa permanente.
Daspo. Vengono ampliate le fattispecie che possono causare la predisposizione di un D.a.spo. (Divieto di Accedere a manifestazioni Sportive); si inserisce un riferimento a coloro che appartengono ad associazioni di tipo mafioso, anche straniere. Per questi soggetti sarà prevista la possibilità in capo al questore di disporre il divieto di accesso alle manifestazioni anche se la loro condotta non è stata posta in essere a causa o in occasione di eventi sportivi. Aumentano le pene minime e massime per i recidivi: il vecchio Daspo prevedeva un minimo di cinque anni e un massimo di otto; in futuro si avrà un limite minimo di sei e uno massimo di dieci. Il ddl, però, introduce anche un elemento di ravvedimento operoso: la riparazione del danno procurato mediante risarcimento o «la concreta collaborazione con l’autorità di polizia per individuare gli altri autori»
Professioni sportive. Il ddl delega al governo l’adozione di uno o più decreti che riformino il mondo delle professioni sportive. Nascerà la figura del lavoratore sportivo, con un regime fiscale e previdenziale specifico . La modifica riguarda la maggior parte degli sportivi italiani, visto che sono considerati professionisti solo gli atleti del calcio, del basket, del golf e del ciclismo (solo nelle discipline maschili). Previsti interventi anche in tema di formazione, con la possibilità di offrire agevolazioni alle imprese sportive che, predisponendo attività di formazione, «favoriscano l’accesso al mondo del lavoro anche alla fine della loro carriera sportiva». E ancora: conflitto di interessi e obbligo di trasparenza sulle commissioni per i procuratori. E’ questa la delega più delicata, perché andrà a toccare la vecchia legge 91/1981 sul professionismo e su l vincolo sportivo (che non sarà cancellato, al massimo rivisto).
Coni. La delega al governo varrà anche per la riforma del Coni; tra i criteri direttivi, la definizione di piena autonomia gestionale e contabile delle federazioni dal Comitato e il riordino della disciplina in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Coni, «garantendone l’omogeneità di disciplina in relazione al computo degli stessi e prevedendo limiti allo svolgimento di più mandati consecutivi». La riforma dovrà essere completata delineando le rispettive competenze con Sport e salute spa: al primo alto livello e preparazione olimpica, alla seconda la base e la scuola; il principio è chiaro, i nodi da sciogliere (finanziamenti e uffici territoriali) pure.