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Latte: testo dell’accordo tra pastori e industriali contestato da una parte della base

ROMA – Il 22, dopo le assemblee, verrà discussa a Roma la bozza d’accordo raggiunto in prefettura tra pastori e industriali che riguarda non solo l’aspetto economico, ma comprende anche altri dieci punti.
Per quanto riguarda i soldi, si riconosce il prezzo al litro di 0,72 euro Iva inclusa come acconto per i mesi di febbraio, marzo e aprile 2019. A fine maggio, sulla base del mercuriale della Camera di Commercio di Milano, relativa al periodo giugno 2000 e 18 maggio 2019, ci sarà la verifica del valore medio del prezzo del Pecorino Romano che costituirà il prezzo base per i mesi successivi (secondo prezzo in acconto). Per il primo novembre è prevista la verifica finale del prezzo medio relativo al periodo novembre 2018-ottobre 2019. Su questa base sarà determinato il conto a conguaglio da corrispondere a saldo. I prezzi finali saranno determinati secondo le normali logiche del mercato legando il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio, le Dop sarde.
Accordo raggiunto anche su altri aspetti più generali. Al primo posto la previsione di una rappresentanza dei pastori all”interno dei consorzi. Nel documento anche la proroga della scadenza dell”atto programmatorio relativo al pecorino romano, la definizione di misure di monitoraggio per assicurare il rispetto delle quote, la previsione di un registro telematico del latte ovicaprino. Confermato l’avvio del tavolo di filiera per il prossimo 21 febbraio a Roma.
Per la moratoria dei mutui – recita il documento – si prenderanno contatti con il sistema bancario. Importante anche la nomina di un prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività della filiera. Saranno poi definiti appositi accordi con la grande distribuzione per promuovere la vendita del prodotto e sarà costituito la Commissione unica nazionale del latte ovicaprino (Cun). Di intesa con l”agenzia Ice saranno poi definite iniziative per sostenere l’internazionalizzazione del prodotto.

Ma gli allevatori non ci stanno: No all’accordo, la battaglia prosegue, dicono gli allevatori, impegnati in queste ore nei presidi davanti ai caseifici e nelle assemblee spontanee per decidere se accettare o meno la proposta. «E’ un passo indietro – spiega il leader storico del Movimento Pastori sardi, Felice Floris – la gente, però, non torna indietro e noi lo sentiamo. Non c’è trattativa se non c’è un sistema immediato che porti ad una soluzione strutturale, con un minimo garantito per i costi di produzione». Serve insomma una garanzia in più. Quella che chiede anche Coldiretti: «Bisogna inserire una clausola che garantisca di raggiungere l’obiettivo di un euro pagato ai pastori dagli industriali, che sono i diretti beneficiari dei 49 milioni messe in campo da Governo e Regione».

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