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Sicurezza: i prefetti in campo contro il degrado. Salvini, possono supplire alle deficienze dei sindaci

Salvvin

ROMA – I prefetti possono ‘supplire’ ai sindaci ‘distratti’ se il contrasto al degrado non è efficace: è la sostanza della direttiva ai prefetti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, cui il vicepremier, Luigi Di Maio, replica subito: ‘E’ il voto a scegliere chi governa’. Intervengono anche i sindaci: «Noi sindaci amministriamo ogni giorno, tra mille difficoltà e non abbiamo bisogno di essere commissariati da nessuno», dice il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che aggiunge: «Il ministro non perde occasione per prendersela con i sindaci che invece dovrebbe considerare come suoi alleati, perché sono gli unici a conoscere il territorio».

Nella direttiva si chiede di contrastare in modo più efficace il degrado urbano e rafforzare la sicurezza delle città affiancando le ordinanze prefettizie agli strumenti previsti dal decreto sicurezza. Salvini chiede a tutti i prefetti di convocare i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica nell’ambito dei quali dovrà essere avviata una disamina delle eventuali esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi del contesto urbano.

«L’esperienza nei territori – si legge nella direttiva – ha evidenziato l’esigenza di intervenire con mezzi ulteriori ogni qual volta emerga la necessità di un’azione di sistematico ‘disturbo’ di talune condotte delittuose che destano nella popolazione un crescente allarme sociale.

Le ordinanze prefettizie, scrive ancora Salvini, devono dunque essere “funzionali a potenziare l’azione di contrasto al radicamento di fenomenologie di illegalità e di degrado che attentano alla piena e civile fruibilità di specifici contesti cittadini. L’invito è quello dunque di seguire l’esempio di città come Bologna e Firenze dove i prefetti hanno emesso provvedimenti che vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l’allontanamento, nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici, oppure che si caratterizzano per l’esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali».

In sostanza vere e proprie zone rosse in cui è vietato l’accesso a determinati soggetti. La convocazione dei Comitati per l’ordine pubblico è funzionale ad individuare le zone a maggior degrado. Un’analisi che dovrà essere svolta con la massima celerità in modo da mettere in campo “una complessiva strategia di intervento. I risultati dell’attività dei Comitati, dice ancora la Direttiva, dovranno essere comunicati tempestivamente al gabinetto del ministro, segnalando mediante una articolata relazione i provvedimenti adottati, mentre a partire da giugno ogni 3 mesi i prefetti dovranno inviare al Viminale un report trimestrale sul monitoraggio condotto in relazione alle ricadute delle ordinanze adottate.

Già quando il prefetto Lega aveva adottato la prima di queste ordinanza a Firenze erano partiti labncia in resta tutti i benpensanti e i difensori dei diritti a prescindere, schierati ovviamente a sinistra, da magistratura democratica, ai giuristi democratici, ai professoroni di diritto costituzionale, ai sindacati di sinistra. l’ordinanza è stata invecfe difesa dal sindaco Nardella, l’unico con la testa sulle spalle, che pensa al benessere dei cittadini e non fa contrapposizione ideologica e di carattere politico come i vari De Caro, Orlando e De Magistris.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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