Ocse: il 15% dei posti di lavoro in Italia scompariranno a causa dell’automazione
PARIGI – L’avanzare dell’automazione mette a rischio migliaia di posti di lavoro, soprattutto in Italia. Secondo l’organizzazione per lo cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) il 15,2% dei posti di lavoro nel nostro paese potrebbe scomparire, mentre un posto di lavoro su tre, il 35,5%, potrebbe subire sostanziali cambiamenti nel modo in cui vengono svolti o comunque verrà eseguito con mansioni molto diverse da quelle attuali. Le performance di Spagna (21,7%), Germania (18,4) e Francia (16,4) sono peggiori ma il nostro paese corre rischi maggiori «perché il sistema italiano di formazione permanente non è attrezzato per le sfide future. Solo il 20,1% degli adulti in Italia ha partecipato a programmi di formazione professionale nell’anno precedente la rilevazione».
Nella sua analisi l’Ocse mette anche in luce come attraverso l’automazione saranno creati nuovi lavori e che «sino ad ora l’occupazione complessiva è aumentata». Tuttavia, «la transizione non sarà facile». Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse nell’introduzione del rapporto sottolinea infatti come «non tutti sono stati in grado di beneficiare dei migliori posti di lavoro che sono stati creati e molti sono bloccati dal lavoro precario con una retribuzione bassa e un accesso limitato o nullo alla protezione sociale».
La carenza di formazione è alla base del crescente pericolo. Il problema infatti è «che l’Italia soffre di gap importanti rispetto alla media Ocse». Solo il 60% delle imprese, con almeno 10 dipendenti, osserva l’organizzazione internazionale, offre formazione continua ai propri dipendenti, contro una media europea Ocse del 75,2%. Senza dimenticare che «c’è un grande divario nell’accesso alla formazione professionale tra lavoratori ad alta e bassa qualifica, appena al di sotto della media Ocse».