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Caso Siri: dopo il faccia a faccia con Conte e il confronto del premier con Salvini si rafforza l’ipotesi dimissioni

Il premier Giuseppe Conte, con Luigi Di Maio e Matteo Salvini

ROMA – Il quando e il come è tutto da decifrare ma, nel giorno del faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini nell”aereo di Stato sulla rotta RomaTunisi-Roma, e ad una manciata d’ore dopo l’incontro tra ilpremier e Armando Siri, si rafforza l’ipotesi che circola nella maggioranza delle dimissioni del sottosegretario. Una soluzione,questa, che tuttavia non scioglie il gelo nel governo. Anzi. La missione di sistema a Tunisi di Conte, Salvini e dell’altro vicepremier Luigi Di Maio certifica che i rapporti tra i due alleati sono ai minimi, con il capo del governo chiamato a frenare, anche in maniera decisa, gli impeti elettorali dei suoi vice. In Tunisia Conte prova a placare l”offensiva anti-Siri delM5S. “Vi chiedo di pazientare il termine del percorso. La mia giacca non si fa tirare più di tanto”, sottolinea ai cronisti parlando di fatto “erga omnes”. Ma, dall”altro lato, il premier pone un paletto non da poco a quella flat tax sulla quale Salvini vuole costruire un pezzo della sua campagna affermando che “non è il momento di parlare di riforma fiscale”. Del tema,sottolinea successivamente, il governo se ne potrà occupare nell”ambito della manovra. Il presidente del Consiglio parte per Tunisi dopo aver visto, ieri a tarda sera, proprio Siri, in un faccia a faccia lontano dai riflettori, nel rispetto di quel lato umano che Conte, già nei giorni scorsi, aveva rimarcato di tener conto.

Ma, al suo sottosegretario, Conte non può non ribadire quelle ragioni di opportunità politica sottolineate più volte, dal premier stesso, sulla vicenda. La Lega, ufficialmente, non va oltre il “no comment” sul caso. Fonti della maggioranza spiegano però come anche tra i leghisti sia ben presente il fatto che una soluzione percorribile sia proprio quella delle dimissioni di Siri. Il consigliere economico di Salvini, raccontano, è il primo a non voler mettere in imbarazzo il suo segretario che rischia di dover affrontare il mese decisivo di campagna per le Europee con Siri al governo e il M5S sulla trincea della legalità. Resta da vedere, tuttavia, quale sarà il percorso che potrebbe portare il sottosegretario a lasciare. Anche perché l”inchiesta è in corso e, a breve, sarà sentito dai Pm. Non si può escludere, quindi, un rinvio di qualche giorno dello”scioglimento del caso”. E resta, inoltre, da vedere la formula che non potrà non tener conto delle temporaneità delle dimissioni di Siri con la possibilità che il sottosegretario torni al suo posto. Il caso Siri ha comunque ulteriormente peggiorato i rapporti tra i due vice. Di Maio e Salvini arrivano a Tunisi separati con ciascuno la propria agenda, e il clima al pranzo ufficiale -presente anche Conte – è descritto come poco più che formale. Anche quando siedono l’uno accanto all”altro, nel corso della conferenza stampa congiunta di Conte e del suo omologo tunisino, praticamente i due si ignorano. Il clima rischia di inasprirsi al Cdm in serata se davvero la Lega, con il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani, porrà sul tavolo il dossier Autonomie, mettendo in campo una nuova arma di pressione verso Conte e il M5S e proprio mentre i due presidenti delle Camere cercano, laboriosamente, di trovare una soluzione condivisa sul ruolo che il Parlamento dovrà avere sulla riforma. “La Lega è pronta anche oggi ad andare avanti sul tema dell”autonomia,spero che un Cdm approvi la riforma a brevissimo”, sottolinea spero che un Cdm approvi la riforma a brevissimo”, sottolinea Salvini.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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