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Foggia: migranti africani, braccianti, manifestano e chiedono aiuto a Salvini

Corteo braccianti agricoli stranieri a Foggia, “stop 3 euro l’ora”. Foto di Tatiana Bellizzi

FOGGIA – Erano quasi 400, soprattutto braccianti africani, e hanno urlato tutta la loro disperazione sfilando in corteo per le strade di Foggia. Hanno detto di essere stanchi di essere pagati 3 euro all’ora per il duro lavoro nei campi, hanno ribadito il loro no al razzismo e, inaspettatamente, hanno invocato l’aiuto del ministro dell’Interno: «Salvini – hanno detto quasi in preda alla disperazione – per favore aiuta noi africani. Aiutaci a trovare
un lavoro e ad avere i documenti, questa non è vita». Proprio per chiedere una vita migliore i migranti sono giunti
a Foggia con quattro pullman. Vivono in alcune delle migliaia di baracche abusive del ghetto di Borgo Mezzanone, una distesa sconfinata di lamiere e rifiuti sorta a pochi chilometri dal capoluogo dauno. Sono stati loro i protagonisti della marcia di protesta che stamani ha abbracciato l”interno centro cittadino. In testa al corteo i ragazzi del Comitato Lavoratori delle Campagne e i rappresentanti di Rete Campagne in Lotta. «Siamo stanchi di essere pagati 3 euro all’ora – ha urlato un manifestante. Basta al razzismo – ha aggiunto un altro». Tanti i cartelli di protesta agitati dagli africani. “Noi qui lavoriamo. Da qui non ce ne andiamo”: era scritto sullo striscione esposto all”inizio del lungo serpentone umano. Nel ghetto dallo scorso mese di febbraio sono iniziate le operazioni di demolizione delle baracche, coordinate dalla Procura della Repubblica, che porteranno, entro un anno, al definitivo smantellamento dell”insediamento abusivo. Nei primi due interventi, del 20 febbraio e 27 marzo, è stata abbattuta una ventina di manufatti adibiti a vendite di generi alimentari, case a luci rosse, un”officina, un barbiere ed un emporio.
Nell”ultimo del 17 aprile, le ruspe dello Stato hanno buttato giù 19 baracche di cui 17 abitate da una cinquantina di
africani. Siamo i vostri operai, stiamo lavorando nelle vostre campagne. Senza di noi non potete mangiare asparagi, pomodoro e carciofi. Siamo molto importati per le campagne, ha rimarcato un manifestante.
Al Cara di Foggia – ha aggiunto un giovane africano – tutti abbiamo i documenti validi per sei mesi. Chiediamo il rinnovo per due anni o cinque anni. Se otteniamo i documenti noi riusciamo a trovare un lavoro, possiamo affittare le case. Durante la protesta sono stati ricordati anche i due giovani gambiani morti nel rogo delle proprie baracche il primo novembre e il 26 aprile. La marcia si è conclusa davanti ai cancelli della Prefettura, dove una delegazione ha incontrato il prefetto Massimo Mariani. Qui non sono mancati momento di forte tensione tra i manifestanti e le forze di polizia. Il prefetto ha ascoltato le loro istanze e – a quanto si apprende – ha ribadito la possibilità, per tutti i migranti regolari, di abbandonare le baracche del ghetto e di trasferirsi nei 300 alloggi messi a disposizione della Regione Puglia nel Foggiano.

corteo, migranti, Salvini


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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