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Firenze: carabinieri e ragazze americane, domani 10 maggio prima udienza del processo

Il Flò a Piazzale Michelangelo, dove le ragazze americane incontrarono i carabinieri

FIRENZE – E’ in programma domani, venerdì 10 maggio, al Tribunale di Firenze la prima udienza del processo, con rito ordinario, che vede imputato l’ex carabiniere Pietro Costa, 32 anni, accusato di aver abusato sessualmente, insieme al collega e superiore di grado Marco Camuffo, 44 anni, di due studentesse americane, di 19 e 20 anni, la notte tra il 6 e il 7 settembre 2017, dopo averle riaccompagnate nella loro casa fiorentina in affitto, in Borgo Santi Apostoli, con l’auto di servizio. Il processo, però, rischia di slittare per l’astensione degli avvocati penalisti in corso in questi giorni. Marco Camuffo è stato invece giudicato con il rito abbreviato e condannato a 4 anni e 8 mesi, nell’ottobre dello scorso anno, per violenza sessuale. La difesa di Camuffo ha già presentato appello contro la condanna. Secondo quanto denunciarono le due studentesse – accuse che poi confermarono in un lunghissimo incidente probatorio, in modalità protetta – i due carabinieri, che le avevano incontrate in una discoteca accanto al piazzale Michelangelo, le accompagnarono a casa con l’auto di servizio e, arrivati in borgo Santi Apostoli, entrarono nel palazzo dove, approfittando dello stato di ubriachezza delle due giovani, fecero sesso con loro.

Camuffo e Costa, messi anche alle strette da elementi diprova quali il dna sulle tracce di sperma rinvenute sugli abiti delle ragazze, ammisero di aver avuto rapporti sessuali con le due studentesse, ma hanno sempre affermato che le studentesse statunitensi fossero consenzienti. Per l’accusa, però, i due militari avrebbero agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e avrebbero violato gli ordini impartiti dai superiori. Entrambe le ragazze salirono, sempre secondo l’accusa, “illegittimamente” a bordo della Fiat Bravo del 112. Le due studentesse risultarono alla rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino del 7 settembre 2017 in stato di ebbrezza alcolica, con 1.68 grammi di alcol per litro una e 1.59 per l’altra. Secondo il capo d’imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri avrebbero violentato le due ragazze agendo in modo “repentino e inaspettato”.

Intanto, i due, al termine di un’indagine disciplinare scattata dopo la denuncia delle due ragazze, erano stati destituiti dall’Arma dei carabinieri sulla base dell’articolo 1393 del codice dell’ordinamento militare, che prevede appunto la destituzione anche solo in presenza di un’accusa, se questa è particolarmente grave o infamante. Ma prevede anche il reintegro in servizio, qualora le accuse venissero demolite nei processi e si arrivasse a un’assoluzione piena e definitiva.

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