Migranti: i Patronati realizzano progetto Form@ per 3.600 ricongiungimenti familiari
ROMA – I Patronati dei sindacati si vantano di aver consentito l’abbraccio e la ricostituzione dell’unità perduta, di aver permesso a famiglie di cittadini extracomunitari di ritrovarsi e ricongiungersi in Italia, allestendo un percorso di assistenza e formazione civica e culturale unico nel suo genere. Sono questi gli obiettivi che hanno animato il progetto Form@ (Formazione orientamento ricongiungimento familiare), cofinanziato dal fondo Fami (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione), dal ministero dell’Interno in veste di autorità responsabile, dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali come autorità delegata e con il sostegno del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il progetto, che è stato gestito dai quattro patronati del Ce.Pa, IncaCgil, Inas Cisl, Ital Uil e Patronato Acli affiancati da Anolf Cisl, Angi (Associazione Nuova Generazione Italocinese), Ils (International Language School) e Unirama, si è chiuso oggi, con un seminario a Roma, durante il quale sono stati presentati i risultati.
Il progetto ha prodotto qualcosa come 3.600 richieste di ricongiungimento, che hanno attraversato tutti i Paesi della fascia subsahariana del Nord Africa, il Perù, la Cina e molte altre nazioni e ha consentito la ricostruzione delle famiglie e in cui l’Inca ha avuto un ruolo fondamentale, a partire dalla preparazione alla conoscenza della lingua italiana e del patrimonio culturale e valoriale italiano, hanno affermato esultando i patronati.
Il percorso di ‘ricongiungimento familiare assistito’ si attiva in Italia, al momento della richiesta del nullaosta presso una delle sede territoriali dei patronati aderenti (2.800 sedi in tutta Italia). I destinatari del percorso formativo ‘pre-partenza’ sono figli, coniugi, e genitori dei cittadini stranieri che già vivono in Italia provenienti da questi Paesi: Albania, Ucraina, Moldavia, Marocco, Egitto, Senegal, Tunisia, Ecuador, Cina, Perù e India (Punjab).