
Fondo SalvaStati (Mes): D’Alema spiegò che gli aiuti finirono non al popolo greco ma alle banche tedesche
ROMA – Le polemiche sul Mes sono state dichiarate ridicole dalla sinistra altezzosa e dal premier Conte, che ricordano come le regole contestate fossero conosciute dal governo gialloverde che adesso protesta. Ma nessuno ricorda che, quando queste regole furono introdotte ai tempi della crisi della Grecia, un signore, insospettabile di simpatie verso la destra e i sovranisti, Massimo D’Alema in persona, nel 2015 spiegò chiaramente e senza infringimenti che gli aiuti alla Grecia, per i quali anche gli italiani avevano sborsato 250 miliardi di euro, erano andati nelle tasche delle banche tedesche, e non di quelle dei greci, impoveriti dalla Ue e dalla Germania. Ecco il video:
Per spiegare meglio l’assunto riprendiamo quanto scritto su repubblica Tv del 5 luglio 2015: «Si dice: Noi paghiamo le pensioni dei greci’. No! Noi paghiamo le banche tedesche, e di questi soldi i greci non sentono neanche l’odore». Sì conclude così l’intervista di Massimo D’Alema a RaiNews24 che sta diventando in queste ore un vero e proprio fenomeno dei social network, invadendo le bacheche degli utenti Facebook.
L’ex presidente del Consiglio è stato invitato dal canale all-news della Rai a commentare l’appello, di cui è firmatario insieme ad altre personalità tra cui i premi Nobel Stiglitz e Krugman, per chiedere alle autorità europee più flessibilità sul debito greco e sulle politiche di austerità. D’Alema conclude la sua intervista con un esempio, volto a dimostrare perché un’unione monetaria non possa funzionare senza un’unione di bilancio e perché le disuguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri siano destinate ad aumentare senza un’unione politica.
«In Germania il costo del denaro è bassissimo – spiega D’Alema – quindi le banche tedesche raccolgono denaro a un costo quasi nullo. Con quei soldi comprano i titoli della Grecia, che essendo un paese a rischio paga tassi altissimi, il 15%. In questo modo guadagnano una montagna di soldi. In altri termini, attraverso la differenza dei tassi d’interesse, enormi risorse si trasferiscono da un paese povero, la Grecia, a un paese ricco, la Germania. Il paese povero si impoverisce sempre di più, il paese ricco si avvantaggia sempre di più». Come se non bastasse questa contraddizione, continua il suo ragionamento l’ex premier, quando la Grecia non è più in grado di pagare, arrivano gli aiuti europei. «Noi abbiamo dato alla Grecia 250 miliardi di euro. Ma non per le pensioni dei greci, ma per pagare le banche tedesche».
