Elezioni regionali in Toscana: Eugenio Giani candidato del Pd. Sinistra scontenta


FIRENZE – L’aveva annunciata a giugno, Firenze Post, la candidatura di Eugenio Giani alla presidenza della Regione per il Pd. E stasera, 28 novembre, la direzione regionale del partito, riunita a San Bartolo a Cintoia con la segretaria regionale Simona Bonafè, l’ha ufficializzata all’unanimità. Martedì prossimo si terrà la riunione con le forze politiche alleate, in cui verrà discussa la proposta della candidatura di Giani e verrà avviato il confronto. Tutto questo nonostante l’opposizione del governatore uscente, Enrico Rossi, che fino all’ultimo istante ha perorato la candidatura di una donna (ma senza fare nemmeno il nome della stessa Bonafè) e nonostante l’opposizione dellaSinistra, ossia Rifondazione e dintorni, che anche oggi, 28 novembre, poche ore prima della riunione dell’assemblea Dem, ha scritto comunicati di fuoco contro Giani, definendolo amico delle grandi opere, a cominciare dalla nuova pista di Peretola, e perfino nemico di chi lavora. E’ molto probabile che martedì, durante il vertice di coalizione, gli esponenti della Sinistra arrivino a contestare apertamente, e rumorosamente, la scelta del Pd toscano. Che però è irreversibile. Possibile una spaccatura? Certamente sì, ma i Dem avvertono: una decisione del genere, che presupporrebbe una corsa autonoma alle elezioni regionali toscanem finirebbe soltanto per favorire il centrodestra di Salvini. Il Movimento 5 Stelle? In Toscana non ha mai avuto largo seguito.
In realtà, intorno al nome di Giani tutto il partito democratico si è compattato. Arrivando a escludere primarie alle quali, comunque, il presidente del Consiglio regionale si sarebbe presentato come grande favorito. Perfino Dario Nardella, che cinque anni fa venne imposto da Renzi contro Giani per il comune di Firenze senza primarie, stavolta si è schierato con il presidente del Consiglio regionale, sia pure dopo un momento d’incertezza. L’unica candidatura che avrebbe potuto essere contrapposta a Giani, avrebbe potuto essere quella di Simona Bonafè, che però, oltre a essere segretaria regionale del partito eletta quando comandava Matteo Renzi, siede tutt’ora nel Parlamento europeo di Strasburgo, con ottima indennità e un impegno lontano anni luce dalla fatica di governare una Regione. Da sindaci, amministratori e una vasta platea di tesserati, Giani è ritenuto il candidato giusto per battere il centrodestra (che ancora continua a discutere fra le candidature di Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, e Susanna Ceccardi, ex sindaca di Cascina, ora favorita) perchè capace di incidere anche sull’elettorato moderato. Il percorso avviato a giugno, ora si è concluso. La cosa peggiore che il Pd potrebbe fare, sarebbe quella di continuare a discutere dopo la scelta, ripetiamo all’unanimità, della direzione regionale. Che certamente avrà già avuto anche la benedizione di Zingaretti. Che ora trema per quello che potrà succedere in Emilia Romagna, con la Bergonzoni lievemente pià avanti di Bonaccini nei sondaggi. In Toscana, invece, sembra avere le carte in regola per vincere. Se si escludono clamorosi autogol, in extremis, della Sinistra, spesso molto portata a farsi del male.
Ed ecco il documento diffuso subito dop la decisione dalla direzione del Pd:
«La Direzione regionale del PD, tenutasi l’11 ottobre scorso, si concluse con l’approvazione all’unanimità di un piano di lavoro finalizzato a porre le basi per i primi elementi di programma in vista delle elezioni regionali del 2020, a formare un’ampia coalizione di centrosinistra, a perseguire col massimo impegno la ricerca di una candidatura unitaria da proporre agli alleati.
Per realizzare tali obiettivi venne affidato alla segretaria il compito di costituire un ristretto e unitario gruppo di lavoro col quale dar vita ad un’ampia fase di consultazioni, interne ed esterne al partito. Nelle settimane scorse sono state consultate 163 persone tra dirigenti politici ed istituzionali del PD, mondo economico e della cooperazione, organizzazionisi
Gli incontri del PD con le associazioni esterne hanno permesso, oltre a raccogliere interessanti spunti programmatici, di ricostruire un rapporto con queste realtà che nel corso del tempo si era allenta
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