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Coronavirus ferma anche l’Isis, ma non blocca i migranti, che solcano il mediterraneo

ROMA – La Stampa c’informa che il coronavirus ferma anche l’Isis, ma, aggiungiamo noi, non ferma i migranti che continuano ad arrivare a frotte, rintracciati dall’Ong AlarmPhone.

La rivista jihadista Al-Naba invita a non andare «nelle terre del contagio». Il coronavirus ferma anche l’Isis. Nell’ultimo numero della rivista jihadista online Al-Naba, pubblicata anche in inglese, lo Stato islamico raccomanda ai suoi militanti di stare lontano dalle terre dell’epidemia, cioè l’Europa, per il rischio di rimanere infetti. In pratica gli attacchi vengono rimandati a quando l’emergenza sanitaria sarà finita. I terroristi hanno anche diramato indicazioni in base alla sharia per contrastare il diffondersi del Covid-19 nei loro ranghi, corredate da citazioni coraniche.

Sono indicazioni in linea con quelle dei governi occidentali. La rivista invita a coprirsi bocca e naso quando di starnutisce o tossisce per non infettare gli altri, a lavarsi le mani regolarmente, a usare dispositivi di protezione per il volto quando si esce, anche se in effetti i jihadisti sono abituati ad agire a volto coperto, specie quando decapitavano ostaggi occidentali davanti a telecamere, e soprattutto a limitare gli spostamenti non necessari, cioè a restarsene a casa come i comuni cittadini. Ma tra le direttive date dall’Isis c’è anche quella di “affidarsi ad Allah e cercare protezione in lui e a porre la fiducia in Dio.

Quanto ai migranti l’Ong Alarm Phone aveva segnalato un gommone in difficoltà con 110 a bordo e un secondo naviglio sempre in difficoltà (ma che caso strano, si sgonfiano tutti) nelle acque Sar maltesi. Ma le autorità maltesi e italiane non si sono fatte impietosire dagli appelli interessati dell’Ong e alla fine il viaggio della speranza si trasformerà in un rientro in Libia indesiderato, almeno per i 49 migranti fuggiti da quel Paese. Alarm Phone ovviamente deplora che le forze maltesi si siano rifiutate di far sbarcare il gruppo da loro segnalato e ora i presunti naufraghi dovranno tonare indietro con quello stesso gommone che stava per affondare, senza se e senza ma. Un episodio istruttivo anche per le autorità italiane, vero ministro Lamorgese?

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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