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La sanatoria degli irregolari è un incentivo al lavoro nero. Forlani (Itinerari previdenziali) contro Bellanova

ROMA – «Un governo che si accinge a introdurre una sanatoria per gli immigrati irregolarmente presenti in Italia avrebbe il dovere di spiegare per quale ragione, un Paese che ha di fronte la prospettiva di un drammatico peggioramento della disoccupazione, debba ricorrere a una scelta destinata ad aumentare l’offerta di lavoro ufficialmente disponibile per rispondere a una richiesta di soddisfare una domanda di lavoro per 250mila lavoratori stagionali». Così Natale Forlani, componente del Comitato Tecnico Scientifico di Itinerari Previdenziali e già alla guida di Italia Lavoro, sul blog ‘Il Punto Pensioni e Lavoro’.
«Soprattutto se si tiene conto -aggiunge Forlani- che contemporaneamente sono state destinate decine di miliardi di euro per sostenere il reddito dei disoccupati a vario titolo e per la finalità di reinserirli nel mercato del lavoro. Eppure la risposta a tale domanda viene accuratamente aggirata dai nostri governanti. E viene aggirata anche dai sostenitori della sanatoria che preferiscono ripiegare sulle ragioni umanitarie, e adesso anche quelle sanitarie, che motiverebbero il provvedimento».
Forlani si interroga su quello che una sanatoria per regolarizzare nuovi immigrati, potrebbe comportare. «Ai fini della necessità di sopperire al fabbisogno di lavoratori stagionali, come citato nell’art.1 della bozza che circola nelle stanze del governo, praticamente nulla -osserva-. Come rimarcato dalle organizzazioni dei datori di lavoro del settore agricolo i tempi della promozione e della gestione delle sanatorie, dai tre mesi a un anno, sono incompatibili
con i fabbisogni della domanda di lavoro. E come sottolineato pure utilizzate per favorire l’approdo a un permesso di soggiorno per persone che non vanno a lavorare nei campi».

Lecito dubitare, poi che una regolarizzazione di massa sia giustificabile per motivi umanitari.  «Come evidenziato anche dai verbali degli ispettori del lavoro, -dice Forlani- la gran parte dei lavoratori immigrati irregolari sono in
possesso di regolare permesso di soggiorno. La dimostrazione che la condizione di sfruttamento è dovuta soprattutto alla spregiudicatezza di imprenditori malavitosi ed evasori fiscali ai quali viene pure fornita l’occasione di condonare a basso costo i reati. Per gli interessati, potrebbe significare siano essi in Italia o stimolati a venire dalla sanatoria, -afferma Forlani- coronavirus permettendo, con una simulazione di un rapporto di lavoro, la conquista di un permesso di lavoro. Ma, nelle condizioni attuali, per gli immigrati regolarmente residenti un aumento dell’offerta di occupazione comporterebbe una maggiore concorrenza nella ricerca di nuove opportunità di lavoro. In buona sostanza, un ulteriore incentivo  per la crescita del lavoro sommerso».

Insomma, conclude Forlani «non bisogna certo essere dei geni, e tantomeno espertissimi di mercato del lavoro per comprendere queste cose. Allora la domanda sorge spontanea: perché tanta insistenza da parte di intellettuali della sinistra, politici e associazioni nel richiedere le sanatorie e la programmazione di nuovi flussi di ingresso di immigrati? La scarsa conoscenza dei fenomeni migratori ha la sua importanza. Buona parte dei cosiddetti esperti che ci vogliono
spiegare che le migrazioni sono un fenomeno di rilevanza epocale, in realtà lo declinano ancora con i paradigmi che a malapena andavano bene per comprendere i fenomeni dell’emigrazione europea del secolo scorso. Una ruolo notevole lo gioca l’ideologia. Nell’immaginario collettivo di una parte della sinistra gli immigrati hanno assunto il
ruolo salvifico nella lotta di classe a suo tempo svolto dal proletariato. Ma un un ruolo di rilievo lo svolgono anche le
associazioni che si occupano dell’accoglienza degli immigrati. Un ruolo meritorio, ammesso che non venga fatta una confusione tra le politiche migratorie con quelle dell’accoglienza. Queste ultime rappresentano una componente fondamentale della integrazione a condizione che le politiche siano in grado di rendere sostenibili i fenomeni migratori», conclude Forlani.

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