Governo, Enrico Rossi a Conte: «L’Italia ha bisogno d’investimenti. La svolta economica non c’è»
FIRENZE – Dopo il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che ha attaccato direttamente il segretario del Pd, Zingaretti, definendolo non adeguato al ruolo in questo momento, ed evocando un congresso, oggi, 22 giugno, scende in campo il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Che critica direttamente il governo per la mancata svolta economica. Rossi, su Facebook, scrive: «Senza investimenti il rischio è che si spenda tanto ma non ci sia la ripresa e il debito aumenti. Nelle politiche del governo non mi pare che finora si sia prodotta la svolta economica di cui c’è bisogno per rilanciare il Paese e favorire l’occupazione».
«Anche se permane in troppi casi lo scandalo dei ritardi di risorse mai arrivate ai lavoratori e ai cittadini, la decisione di distribuire
liquidità alle famiglie e alle imprese, assolutamente necessaria nella prima fase, non può più bastare – osserva Rossi – Ora si pensa ad una diminuzione dell’Iva che aggiungerebbe altri miliardi di debito alle decine di miliardi già spese. Non sento invece parlare in modo
sufficiente di investimenti, sull’ambiente, sulle città, sulle infrastrutture materiali e immateriali. E, a parte la sanità, per la
quale si devono attivare i fondi a interessi zero del Mes europeo, ancor meno si pensa a rifinanziare adeguatamente lo stato sociale,
scuola, università e ricerca. Gli stessi supporti alle imprese devono essere rafforzati non in modo generico verso tutte, ma verso quelle
che investono in tecnologie, macchinari, competizione internazionale, formazione».
E ancora: «Senza questa impostazione orientata al futuro e basata su una ripresa effettiva della crescita e del lavoro, nelle politiche economiche del governo si comincia a respirare un’aria di assistenzialismo generico, di rinuncia da parte dello Stato a svolgere un ruolo veramente innovatore e propulsore – prosegue Rossi – Si dimentica così il nodo della produttività che ormai da molti anni nel nostro Paese non cresce, condannandoci a regredire rispetto ai nostri partner europei. Solo gli investimenti sulle infrastrutture, sulle tecnologie, sulla qualità e sulla preparazione della forza lavoro possono farci riguadagnare il terreno perso e assicurarci che i soldi che spendiamo oggi producano una maggiore ricchezza, la sola che può consentirci di pagare anche il debito enorme che abbiamo sulle spalle senza lasciarlo ai nostri figli. Una politica di investimenti, infine, è l’unica che può farci uscire dalla situazione di incertezza attuale e permettere alle famiglie di riprendere a spendere e rimettere in moto un sano e adeguato meccanismo di sviluppo – conclude – Altrimenti il rischio è che si spenda tanto senza avere la ripresa».