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Recovery Plan: una lista di obiettivi senza l’indicazione degli strumenti per raggiungerli

EPA/JULIEN WARNAND

Un esperto, che probabilmente non rientra fra quelli omologati dal governo delle 4 sinistre e dalla stampa schierata, avanza dure critiche all’ultima versione del Recovery Plan (o Pnnr) italiano. Questo, a suo avviso, «lascia l’impressione di un documento meramente politico, volto a salvaguardare (forse) equilibri di breve periodo, ma lontano dal formato che, in linea di principio, la Commissione europea pretenderà dai diversi paesi membri».

Il professor Tommaso Monacelli, ordinario di economia alla Bocconi, in un articolo pubblicato su Lavoce.info, esprime un severo giudizio sul piano governativo, sottolineando che il documento è solo una dettagliata declamazione di obiettivi generici sui quali nessuno potrebbe essere in disaccordo. Volto quindi a ottenere il consenso, nella linea del governo Conte2, visto che punta su green economy, sostenibilità ambientale, parità di genere, digitalizzazione, coesione sociale, riforma della pubblica amministrazione, potenziamento della ricerca. Ognuno di questi generici obiettivi è accompagnato da un’allocazione di risorse. Per esempio: tot miliardi per raggiungere la parità di genere, oppure la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Ma il piano è completamente insufficiente per la definizione degli strumenti.

Nel Piano, osserva Monacelli, manca totalmente un’analisi economica della coerenza dei diversi obiettivi tra loro in quadro di equilibrio generale. Il messaggio di fondo che sembra emergere è invece il seguente: poiché le risorse a disposizione sono potenzialmente molto ingenti, allora tutti questi obiettivi possono essere raggiunti insieme. Un messaggio che sembra quindi dimenticare che il Recovery Plan, secondo la visione della Commissione Ue, avrà forti condizionalità nell’erogazione dei fondi, proprio in funzione della capacità di raggiungere determinati obiettivi.

Ma c’è di più. Nel proprio impianto il documento sembra non corrispondere a quanto tecnicamente richiesto dalla Commissione, perché non fornisce neppure indicazioni sugli strumenti con cui raggiungere gli obiettivi. Per esempio, secondo le richieste della Commissione, non basta certamente indicare l’obiettivo di allocare tot miliardi per raggiungere la cosiddetta parità di genere. Bisogna tradurre questi obiettivi in target ben definiti. Per esempio, quanti asili nido? Dove? Utilizzando quanti miliardi? Con che scadenza temporale? E non solo.

La Recovery and Resilience Facility della Commissione richiede che siano indicati anche gli obiettivi economici che si intendono raggiungere con tale piano, tenendo ben presente che, se tali obiettivi non saranno stati raggiunti, la Commissione non procederà all’erogazione di fondi. E per di più, una volta che il Piano sarà stato approvato dalla Commissione Ue, quest’ultima porrà gravose condizionalità per la sua realizzazione, che graveranno pesantemente sulle future generazioni, proprio quelle che l’Europa vorrebbe salvare.

Dunque si tratta tutt’altro che di un regalo, come le 4 sinistre trionfanti hanno voluto far capire al popolo con la standing ovation a Conte rientrato da Bruxelles dopo l’approvazione del Next generation Eu. Ci saranno difficoltà nell’utilizzare bene i fondi assegnati dall’Europa, che sono un debito e non un regalo, e che dovremo quindi restituire in buona parte. Ma Giuseppi e i suoi accoliti delle 4 sinistre sembrano non rendersene conto, così come quello che dovrebbe essere il garante di tutti gli italiani. Che se ne sta rintanato sul sommo Colle, pensando soprattutto a far tirare avanti questo governo e questo Parlamento, almeno fino all’elezione del suo successore, che dovrà uscire dal voto di una maggioranza di sinistra. Le elezioni adesso sono pericolose, formalmente perchè ci sono la pandemia e la crisi, ma soprattutto perché, secondo i sondaggi, il centrodestra avrebbe la maggioranza assoluta. Gli interessi degli italiani passano, ovviamente, in secondo piano.

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