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Crisi governo: Pd è con Conte, ma lo spinge alla dimissioni. Forse stasera il premier sale al Quirinale

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

ROMA – Il Pd è in pressing in queste ore, a quanto si apprende da fonti parlamentari, per convincere il premier Giuseppe Conte che l’unica via per salvare il governo e cercare una maggioranza stabile è passare dalle sue dimissioni-lampo, passaggio ritenuto necessario per far emergere con chiarezza i ‘volenterosi’. I dem hanno assicurato a Conte che il suo ruolo è imprescindibile e che il Pd è comunque al suo fianco. Ma l’hanno messo in guardia sui rischi di andare in Aula per la relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e sul fatto che il governo ne uscirebbe sconfitto visto che ad ora i numeri non ci sono.

M5S contro Renzi. Di fatto sfiduciare un ministro significa che lo stai bocciando in aula. In questo caso, oltre che ministro, Bonafede è capo delegazione del M5s, il che significa dichiarare guerra al M5s. L’ha detto Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, del M5s, rispondendo a una domanda sul voto alla relazione del ministro della Giustizia, a ‘Un giorno da pecora’ su Radio1.

Sembra dunque arrivata la giornata cruciale per i destini del governo dopo l’apertura della crisi con le dimissioni delle ministre di Italia Viva. Il premier Giuseppe Conte potrebbe recarsi già oggi al Quirinale per conferire con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ quanto si apprende da fonti parlamentari della maggioranza. Per tutta la mattinata, e già da ieri da parti della maggioranza ma anche da parlamentari indicati come possibili ‘responsabili’ è andato in scena il pressing per possibili ‘dimissioni-lampo’ del premier e l’avvio di un Conte ter. E poche ore fa da fonti Pd è trapelato il ragionamento sulla mancanza di numeri a Palazzo Madama ‘pericolosa’ in particolare in vista della relazione del ministro della Giustizia e capo delegazione M5s Alfonso Bonafede.

Resta da vedere se Conte sceglierà davvero di dimettersi, anche se sembra incollato alla poltrona con l’attack, e soprattutto quali saranno le intenzioni del riflessivo e prudente (non voglio usare altri termini) Presidente Mattarella, restio a modifiche del quadro attuale, che dovrebbe restare intatto fino a che le sinistre non abbiano recuperato sul campo elettorale. Ma, così facendo, rischia di peggiorare la situazione, visto il caos esistente a sinistra e la situazione drammatica, soprattutto dal punto di vista economico, del Paese. Non è più il tempo di Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore. .

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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