Ue sospende accordi con la Cina, condizioni sfavorevoli
BRUXELLES – La Commissione europea fa un passo indietro sugli accordi con la Cina. Sospende gli sforzi per ottenere l’approvazione del super accordo di investimenti siglati con la Cina alla fine dello scorso anno. A dare la notizia è il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, incaricato proprio dell’approvazione del tanto contestato accordo.
Ora, in un certo senso, abbiamo sospeso le attività di sensibilizzazione politica da parte della Commissione europea, ha spiegato Dombrovkis in un’intervista ad Afp. E’ chiaro che nella situazione attuale con le sanzioni dell’Ue in vigore contro la Cina e contro-sanzioni cinesi in atto, anche contro i membri del Parlamento europeo, l’ambiente non è favorevole alla ratifica dell’accordo ha aggiunto. Il tentativo di ratificare l’accordo dipenderà davvero da come si evolveranno le relazioni più ampie tra l’Unione e la Cina, ha sottolineato l’ex premier lettone.
Con lo stupore di molti, l’Unione europea e la Cina a fine dicembre aveva approvato importanti accordi per patto di investimenti, concludendo sette anni di laboriosi negoziati grazie a una spinta finale da parte della Germania. Il patto era stato sponsorizzato come un’apertura tanto necessaria all’economia cinese da tempo chiusa alle aziende europee, ma era certo che avrebbe affrontato una difficile ratifica tra i 27 Stati membri e il Parlamento europeo. I dinieghi si stavano già accumulando. A marzo, inoltre, Bruxelles ha sanzionato quattro funzionari cinesi per violazioni dei diritti umani nella regione dello Xinjiang. Pechino ha immediatamente risposto sanzionando politici, studiosi e gruppi di ricerca europei. In questo quadro, la Commissione presenterà domani la sua proposta per bloccare eventuali scalate da società estere – ovviamente in primis cinesi seppur senza fare riferimento diretto – ai danni delle aziende europee. Non solo, l’esecutivo europeo si impegnerà anche a fare in modo che le società extra-Ue non siano in alcun modo avvantaggiate dai loro Stati alimentando cos’ una concorrenza sleale nei confronti delle aziende dei Ventisette.
Un ulteriore passo falso della Ue, ispirato dagli interessi della Germania, al quale si pone rimedio anche se in ritardo. Le ultime parole famose di un ex presidente italiano della Commissione, la Cina è un’opportunità.