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Nuova Irpef: vantaggi consistenti per lavoratori dipendenti, meno per pensionati e autonomi


ANSA/CHIGI PALACE PRESS OFFICE/FILIPPO ATTILI

Non è un mistero che le varie riforme fiscali e gli aggiustamenti in corso d’opera siano ispirate anche alla finalità di privilegiare, o quanto meno non tartassare troppo, le categorie che costituiscono il bacino elettorale di ciascuna forza politica, specialmente quelle che sono in maggioranza. Anche nel caso dell’ultima riforma presentata dal ministro Franco si è verificato, in parte, lo stesso fenomeno, come risulta chiaro da un’interessante analisi, elaborata dal sito PMI.it, specializzato in fisco e pensioni, che vogliamo proporre ai nostri lettori.

Da tale analisi, che riportiamo, si desume che, in seguito alla riforma Irpef, il risparmio massimo privilegia i lavoratori dipendenti con reddito fino a 30mila euro, in alcuni casi addirittura dimezzandosi, mentre sono decisamente più contenuti gli sconti per i pensionati, che si avvantaggiano sotto i 20mila euro ma con risparmi limitati al 10%, ed ancor meno interessati sono gli autonomi, (2-3% di sgravio in più), per i quali la flat tax resta più conveniente della tassazione ordinaria (senza valutare altre deduzioni e detrazioni).

Vediamo di seguito l’impatto delle riforma fiscale contenuta nella Legge di Bilancio 2022 per quanto concerne l’IRPEF (riduzione scaglioni e rimodulazione di aliquote e detrazioni), analizzato sui diversi livelli di reddito e calcolato in base a esempi pratici.

Sul primo scaglione non c’è uno sconto fiscale determinato dall’aliquota, invariata al 23%, ma salgono sia le detrazioni da lavoro dipendente sia quelle da pensione, per cui c’è un risparmio fiscale che supera anche, rispettivamente, il 10 e il 20%. Il secondo e terzo scaglione sono quelli con più modifiche: si abbassa l’aliquota e si alza la detrazione. Il quarto scaglione mantiene la vecchia aliquota massima al 43%, applicandola però a redditi più bassi, dai 50mila euro: il risparmio fiscale intorno a quota 100mila euro si riduce allo 0,7%.

Nuovi scaglioni: primo scaglione: reddito fino a 15mila euro, aliquota al 23%;
secondo scaglione: reddito da 15mila a 28mila euro, aliquota al 25%;
terzo scaglione: reddito da 28mila a 50mila euro, aliquota al 35%;
quarto scaglione: redditi sopra i 50mila euro, aliquota al 43%.

In termini assoluti, il vantaggio massimo si registra fra 15mila e 30mila euro per i lavoratori dipendenti, che risparmiano oltre mille euro di tasse all’anno (imposta dimezzata con reddito di 18mila euro lordi). Per i pensionati il vantaggio massimo si concentra sul primo scaglione: una pensione da 10mila euro lordi annui paga circa il 24% in meno di tasse, sopra i 20mila euro il risparmio è sempre a una cifra. Per i lavoratori autonomi il vantaggio fiscale dipende interamente dalla riduzione delle aliquote, quindi più limitato rispetto a quello prodotto sul lavoro dipendente. Tendenzialmente, per una Partita IVA è ancora più conveniente la flat tax al 15%.

Vediamo una serie di esempi di calcolo che vanno da un reddito di 10mila a uno di 100mila euro, mettendo in luce l’impatto della riforma IRPEF sul risparmio fiscale per le diverse tipologie di contribuenti.

Dipendente con reddito di 10mila euro: la detrazione è pari a 1880 euro e il risparmio fiscale di 90 euro (-17,6%).
Autonomo con reddito di 10mila euro: continua ad applicare l’aliquota del 23% pagando 2300 euro; se ha partita IVA può applicare il forfettario pagando meno di 1500 euro (dipende dal coefficiente da applicare al fatturato).
Pensionato con reddito di 10mila euro: la detrazione è pari a 1.858 euro, il risparmio è di 145 euro (-24,7%).

Dipendente con reddito di 20mila euro: risparmio fiscale di 1342 euro (-39%).
Autonomo con reddito di 20mila euro: risparmio di 100 euro (-2%).
Pensionato con reddito di 20mila euro: risparmio fiscale di 114 euro (-3%)

Dipendente con reddito da 30mila euro: risparmio di 1151 euro, il 17%.
Autonomo con reddito da 30mila euro: risparmio di 300 euro, pari al 4%.
Pensionato con reddito di 30mila euro: risparmio di 150 euro, il 2%.

Dipendente con reddito di 40mila euro. risparmio intorno ai mille euro, l’8,5%.
Autonomo con reddito di 40mila euro: risparmio di 500 euro, pari al 4,3%.
Pensionato con reddito da 40mila euro l’anno: risparmio pari a 500 euro, il 4,5%

Dai 50.000 euro in su siamo nel quarto scaglione IRPEF, Il precedente sistema prevedeva che il terzo scaglione, al 37%, riguardasse i redditi fino a 55mila euro, poi un quarto scaglione al 41% fra i 55mila e i 75mila euro ed un quinto e ultimo al 43%. In pratica, adesso dal quarto scaglione in poi la tassazione è analoga per tutte le tipologie di reddito, non applicandosi più le detrazioni da lavoro dipendente o pensione

Reddito da lavoro dipendente o pensione di 50.500 euro: risparmio fiscale di 500 euro (il 3%).
Reddito autonomo da 50mila 500 euro: risparmio di 670 euro, intorno al 4,3%.

Reddito di 55mila euro: risparmio fiscale di 400 euro, il 2,3%.

Reddito di 60mila euro: risparmio fiscale di circa 500 euro, il 2,5%.

Reddito di 70mila euro: risparmio di 370 euro, pari all’1,5%.

Reddito di 80mila euro: risparmio di 270 euro, lo 0,9%.

Reddito di 100mila euro: risparmio di 270 euro, lo 0,7%.

Insomma anche con questo governo, trainato dalle sinistre e dal M5S, pensionati e autonomi vengono maggiormente tartassati rispetto ai lavoratori dipendenti, Un fatto che non ci meraviglia più di tanto, visto che il bacino elettorale delle sinistre è costituito da quest’ultima categoria, mentre Forza Italia (almeno quel che resta) e le destre (Lega e FdI) hanno più sostenitori fra pensionati e autonomi.

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