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È morto il pianista e compositore Giancarlo Cardini. Era un grande alfiere della musica contemporanea

Giancarlo Cardini in un concerto-intervista al Museo Marini

FIRENZE – Giancarlo Cardini, pianista, compositore, performer e grande divulgatore musicale e culturale è morto oggi, 26 luglio 2022, a Camaiore, non lontano da dove era nato, A Querceta (Seravezza – Lucca) il 10 dicembre 1940.

Una figura molto importante, per la vita culturale e musicale del secondo Novecento; a Firenze è stato il principale esponente e promotore, con Sylvano Bussotti, Pietro Grossi, Giuseppe Chiari, Daniele Lombardi, Albert Mayr, Marcello Aitiani, Sergio Maltagliati, della corrente denominata Musica d’Arte, con contaminazioni tra sperimentazione e tradizione, interazioni fra suono, gesto, visione; una tendenza alla sinestesia che derivavano dalle avanguardie storiche internazionali di tutto il XX secolo.

Giancarlo Cardini, sensibile alle suggestioni della musica colta così come a quelle della musica popolare e del linguaggio teatrale, è stato il primo interprete italiano a registrare le sonate di John Cage, a cui era legato da un profondo rapporto di stima e amicizia. Alla fine dello scorso anno al grande artista e amico aveva dedicato un disco, Giancarlo Cardini plays John Cage, “Sonatas and Interludes for prepared piano” (Materiali sonori, 2021).

Giancarlo Cardini con John Cage
Giancarlo Cardini con John Cage

Quanto alla relazione con i generi solitamente snobbati dagli intellettuali, spiegava lui stesso: «Ho cominciato a trascrivere-rivisitare musiche altrui nel 1995, in massima parte rivolgendomi al repertorio canzonettistico internazionale, ma cimentandomi anche con brani operistici e operettistici (di Bellini, Verdi, Boito, Puccini, Lehár). In posizione alternativa rispetto a una buona parte, forse ancora maggioritaria, dei musicisti di area classica e contemporanea, in genere poco o nulla propensi verso la musica leggera, e ancora assestati su tenaci posizioni elitarie. Per quanto riguarda la cosiddetta musica contemporanea, poi, sarà bene affermare una volta per tutte che la dizione è inesatta, in quanto ha finito con l’indicare un genere, invece di significare, più correttamente, tutta la musica che si compone oggi, e si componeva a partire dal secondo Novecento, e che comprende, quindi, le specie più diverse, comprese quelle che si possono raggruppare con un termine che a me non piace: extracolte.

Dunque, ritornando alle canzoni, ne ho trascritte a tutt’oggi 57, tutte per pianoforte: italiane, brasiliane, cubane, americane, francesi (tra gli autori: Modugno, Bindi, Paoli, Tenco, Jobim, Caymmi, Lecuoina, Kern, Rodgers, Porter, Gershwin, Bernstein, Bacharach, Tailleferre). È bene precisare che si tratta proprio di trascrizioni (anche se molto elaborate), non di fantasie sui temi, o improvvisazioni e parafrasi, in quanto viene sempre preservata la forma originale della canzone, limitando il mio apporto all’armonizzazione, piuttosto ricercata ma non astrusa, all’inserimento di qualche episodio introduttivo, connettivo e conclusivo, e ovviamente alla scrittura pianistica, che talora assume aspetti virtuosistici. Negli anni seguenti al 1995 ho anche realizzato una mia versione di quattro frammenti di musiche medievali (di Francesco Landini, Niccolò da Perugia e Lorenzo da Firenze)».

Per anni docente di pianoforte al Conservatorio Cherubini di Firenze, è stato un artista poliedrico e profondo, oltre che una persona di grande autenticità e umanità. Ne sentiremo la mancanza.

Firenze, Giancarlo Cardini, musica contemporanea

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