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Migranti: morti 2 bambini nel barcone in fiamme. Grave una mamma. La Procura di Agrigento indaga per immigrazione clandestina

Migranti

PALERMO – Un’esplosione del motore o comunque una deflagrazione e un incendio provocato da una scintilla finita sulle taniche del carburante di riserva. In un attimo, a bordo dell’imbarcazione con 38 profughi, che navigava verso Lampedusa, è stato il panico: i migranti a poppa sono stati investiti in pieno dalle fiamme.

Due bambini, un maschio e una femmina, bambini sono morti carbonizzati; la madre di uno di loro, incinta, è gravissima e ha ustioni nel 60% del corpo. E’ stata intubata e portata con l’elisoccorso all’ospedale Civico di Palermo insieme ad un ragazzo di 25 anni con ustioni alle gambe e ad un altro bambino. Un’altra donna, madre dell’altra piccola vittima, secondo il racconto dei superstiti, sarebbe caduta in mare ed è dispersa.

E, secondo quanto appreso, sono 5 i migranti ustionati trasferiti, con elisoccorso, al Centro Grandi ustioni di Palermo. Oltre alla venticinquenne incinta e in condizioni disperate, al bambino di due anni, e al ragazzo con ustioni alle gambe, i medici hanno trasferito un altro uomo e una donna. Anche loro sono ustionati, ma non sono in gravi condizioni. Il trasferimento degli ultimi due pazienti è stato deciso dopo una valutazione delle condizioni cliniche fatta dai medici del Poliambulatorio di Lampedusa.

L’imbarcazione era stata segnalata in difficoltà questa mattina “in area di responsabilità Sar maltese, in prossimità dei limiti dell’area Sar italiana” da un motopesca tunisino che ha contattato la Guardia costiera di Lampedusa, riferisce la stessa Guardia costiera.

In accordo con le autorità maltesi – che hanno coordinato l’invio di mezzi – una motovedetta della Capitaneria delle Pelagie è stata inviata sul posto e ha recuperato i migranti, parte dei quali già soccorsi dal peschereccio. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato condotta dalla Guardia costiera di Lampedusa e dalla Squadra Mobile della Città dei Templi.

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