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Firenze: morto Alberto Brasca, era stato vicesindaco, presidente della Provincia e dirigente della federazione pugilato

Alberto Brasca (Foto da Toscana Notizie)

FIRENZE – Profondo cordoglio per la morte di Alberto Brasca, uomo politico, dirigente della Regione Toscana e dirigente della Federazione pugilato. Nato a Budrio (Bologna) nel 1943, Brasca è stato vicesindaco di Firenze dal 1995 al 1999, presidente della Provincia di Firenze dal 1985 al 1990, dell’Unione Province d’Italia dal 1986 al 1992, del Consiglio Comunale dal 1999 al 2004.

“Oggi Firenze piange una persona straordinaria che ha dedicato la sua vita alla comunità attraverso l’impegno nella politica e nello sport – ha ricordato il sindaco Dario Nardella -. La sua improvvisa scomparsa ci lascia attoniti e addolorati. Non posso non ricordare i bei momenti vissuti con lui nel comune impegno nelle istituzioni, a cominciare dal Consiglio comunale di Firenze. Così come non posso non ricordare la passione con cui ha seguito il mondo dello sport e in particolare quello della boxe rivestendo incarichi di alta responsabilità in questo settore. Esprimo il mio più profondo cordoglio a tutti i suoi familiari in questo difficile momento”. 

Oltre a quella politica, anche grande passione per lo sport, in particolare per la boxe praticata sin da ragazzo. Ha esordito come pugile con la Pugilistica Lucchese, diventando poi presidente della Federazione italiana pugilato dal 2013 al 2016. “Il presidente FPI Flavio D’Ambrosi, a nome e per conto di tutto il movimento pugilistico nazionale, piange l’amico Alberto e si stringe attorno alla famiglia colpita da questo immane dolore”.

 “Profondamente addolorato, piango un amico, un compagno di viaggio per alcune fasi della nostra vita quando siamo stati colleghi nella giunta comunale di Firenze o ci siamo passati la staffetta come assessori allo sport. Alberto era leale, generoso, con l’alto senso delle istituzioni e soprattutto un grande appassionato di sport, come me”. Così il presidente della Regione Eugenio Giani ricorda Alberto Brasca.

E ancora: “Con lui abbiamo condiviso molte esperienze – prosegue Giani – ma soprattutto è con lui che abbiamo dato gambe al progetto poi realizzato dello stadio di atletica di Firenze, che fu trasformato e rinnovato dall’ex Stadio militare. Unendo la nostra passione comune e la nostra visione di Firenze, riuscimmo a dotare questa città e la comunità di una infrastruttura moderna che adesso tutti amano, frequentano e apprezzano. Non posso non citare il grande impegno che Brasca ha dedicato come presidente alla Federazione pugilistica italiana per la quale ha lavorato per valorizzare al massimo le società, i giovani e l’attività femminile”.

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Alberto Brasca era un uomo politico, veniva dal Partico comunista, ma posso testimoniare che, nei ruoli istituzionali che ha ricoperto, è sempre stato al di sopra delle parti, favorito, in questo considerarsi al servizio dei cittadini, anche dal suo impegno nello sport. Lo ricordo anche come dirigente di fiducia di un grande presidente della Regione: Gianfranco Bartolini. Nello staff di Bartolini, Brasca era un dirigente di punta, con Giovanni Giusti, Paolo Giusti, Romano Fantappiè e tanti altri che seppero dar vita a una macchina regionale allora agile e non troppo burocratizzata.

Sono decine i fatti e gli aneddoti che mi hanno avvicinato, professionalmente e non solo, a Brasca. Ne cito uno, ossia una cena con Ilir Mustafà, il pugile-lavavetri di cui scoprii la storia nella palestra della Montagnola, all’Isolotto. Era fuggito dall’ex Jugoslavia per non fare la guerra. La sua vicenda, che raccontai su “La Nazione”, commosse Firenze. Brasca, generoso e altruista, lo volle conoscere e lo aiutò ad arrivare a sfidare il campione europeo dei mediomassimi. Un altro capitolo di una vita di servizio. Ciao Alberto.

Sandro Bennucci

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